L'Ouroboros più sfigato del mondo...
Contrariamente alla abitudini di Corporeus corpora, interrompo il periodo di silenzio, generato da incombenze che mi hanno condotto alle periferie estreme della civiltà (sovente molto più vicine a noi di quanto amiamo credere), riportando integralmente il testo seguente, scritto da Ugo Arrigo per Chicago Blog.
In calce il mio commento, con qualche dato di ultim'ora...
"Alcuni studenti mi hanno chiesto quale variabile potrebbe in maniera
più sintetica ed efficace rappresentare il declino economico dell’Italia
dell’ultimo decennio-quindicennio. La miglior ‘fotografia’ possibile
del declino è a mio avviso rappresentata dall’indice del Pil pro capite
degli italiani in standard di potere d’acquisto (PPS) calcolato ponendo
sempre uguale a 100 in ogni anno lo stesso dato per l’UE a 27 paesi. Si
ottiene in tal modo una linea che discende rapidamente e continuamente
nel tempo senza accenno alcuno ad un’inversione di tendenza, come è
possibile vedere dal grafico sottostante.
Pil pro capite in SPA (Indici UE27=100)
A metà anni ’90 il Pil pro capite dell’Italia in PPS si trovava 21
punti percentuali al di sopra del valore medio degli attuali 27 paesi
che compongono l’Unione e persino 6 punti sopra il valore dei paesi
UE-15 pre allargamento. Nel 2003 il dato italiano scendeva al di sotto
del dato medio UE-15 e alla fine del decennio azzerava completamente il
vantaggio rispetto all’UE-27.
Accanto alla ‘foto’ del declino relativo dell’Italia è utile
osservare anche le differenti dinamiche del Pil nel nostro paese e
nell’UE che lo spiegano. Il Grafico seguente mostra i due indici del Pil
reale dal 1995.
Pil Italia e UE-27 Italia esclusa (Indici 1995=100)
Dal 1995 l’Italia è sempre cresciuta di meno del resto dell’UE
(tranne nel 1999-2000): dal 1995 al 2007, ultimo anno per noi pre
recessione, avevamo cumulato una crescita complessiva del 20% (contro il
38% del resto dell’Unione) ma circa metà di essa è andata perduta nel
biennio 2008-9 e il piccolo recupero del 2010-11 è stato interamente
bruciato dalla recessione fiscale italiana del 2012. Risultato? Mentre
nel 2012 il resto dell’Unione (nonostante comprenda tutti i paesi
problematici tranne noi) ha recuperato integralmente il livello di Pil
del 2007 noi non abbiamo recuperato assolutamente nulla e il nostro Pil è
ritornato quest’anno allo stesso livello del 2001, indietro di tre
legislature politiche. Ma c’è di peggio.
Pil totale e pro capite Italia e UE-27 Italia esclusa (Indici 1995=100)
In termini pro capite il Pil dell’Italia risulta ritornato nel 2012
allo stesso livello del 1998, l’anno in cui l’Italia fu ammessa
all’euro. So di regalare un argomento ai grillini ma il grafico ci dice
che in tutto il periodo in cui abbiamo avuto l’euro non vi è stato alcun
miglioramento nel pil pro capite e poiché nel frattempo la popolazione
italiana è divenuta mediamente più anziana e ha in conseguenza più
bisogni da soddisfare per garantire un dato livello di benessere,
possiamo ragionevolmente credere che a fronte di un eguale livello di
Pil reale pro capite il benessere medio attuale sia inferiore rispetto a
quello del 1998.
Ovviamente una concomitanza non è una causalità e l’euro c’entra
davvero poco col declino dell’Italia. Quando fummo ammessi all’euro
avevamo un disavanzo pubblico inferiore al 3% del Pil e grazie
all’introduzione dell’euro e alla ridenominazione del debito pubblico
italiano abbiamo risparmiato sino a un massimo di 7 punti di Pil
all’anno nella spesa per interessi. Con quel risparmio si sarebbe potuto
portare il bilancio in pareggio, arrestando la crescita del debito in
valore assoluto e accelerandone la riduzione in rapporto al Pil. Si
sarebbe anche potuta ridurre la pressione fiscale sino a un massimo di
quattro punti percentuali. Se avessimo fatto queste poche cose oggi non
avremmo nessun declino e nessun problema di finanza pubblica. Abbiamo
scelto di non farle ma siamo stati noi, chi ci ha governato. Non ce lo
ha chiesto l’euro o chi precedette Angela Merkel."
Dr. Arrigo,
Articolo magistrale, per chiarezza ed efficacia.
Fortunati i suoi studenti.
Non posso fare a meno di riportarlo così com’è, per contribuire alla diffusione.
Ovviamente citando, come sempre, l’ottima fonte.
Fortunati i suoi studenti.
Non posso fare a meno di riportarlo così com’è, per contribuire alla diffusione.
Ovviamente citando, come sempre, l’ottima fonte.
E’ del tutto evidente che il serpente si mangi la coda, senza peraltro alcun vantaggio magico
Anche questi numeri fanno riflettere, nella medesima direzione…
“Il debito delle Amministrazioni pubbliche di settembre aumenta di
19,5 miliardi rispetto al mese precedente, ha avvertito intanto la Banca
d’Italia, a un nuovo massimo storico pari a 1.995,1. L’incremento
riflette, oltre al fabbisogno del mese (11,6 miliardi), l’aumento delle
disponibilità liquide del Tesoro, detenute presso la Banca d’Italia e in
impieghi della liquidità, (8,6 miliardi).
[...]
Nei primi nove mesi dell’anno l’incremento del debito (88,4 miliardi) riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (61,9 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (21,7 miliardi) e l’emissione di titoli sotto la pari (5,2 miliardi)
[...]
La Banca d’Italia ha reso noto intanto che nei primi nove mesi del 2012 le entrate tributarie sono state pari a 280 miliardi, in aumento del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. ”
[...]
Nei primi nove mesi dell’anno l’incremento del debito (88,4 miliardi) riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (61,9 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (21,7 miliardi) e l’emissione di titoli sotto la pari (5,2 miliardi)
[...]
La Banca d’Italia ha reso noto intanto che nei primi nove mesi del 2012 le entrate tributarie sono state pari a 280 miliardi, in aumento del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. ”
Mah, resta da capire perchè… è solo un meccanismo inceppato che non
sa far altro che ripetere sè stesso, sino alla distruzione prossima, o
c’è una visione malevola perseguita, quella sì, esotericamente (in senso lato)…
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