All'interno del circuito Finanza.Blog, che lapalissianamente raccoglie blog a contenuto economico, finanziario, politico, Intermarket&More ci permette di osservare una tabella assai interessante, fonte Sole24ore:
Se diamo retta a questa tabella (e non vi sono tante ragioni per non farlo, coincidendo dati e percezione diretta), concludiamo correttamente che la distanza tra i paesi europei più avanzati e la nostra penisola è davvero notevole e tende ad allargarsi: parametro dopo parametro siamo stabilmente in coda. Terz'ultimi, penultimi. Finanche ultimi.
Ecco, lì dove battiamo anche la povera Grecia, il barcollante Belgio, il vetusto Portogallo vorrei soffermarmi: nella produttività, addirittura decresciuta in dieci anni (unico caso presente in tabella) e soprattutto nell'amministrazione della giustizia. Pessima, come peraltro suggerisce l'esperienza di ciascun cittadino nella vita quotidiana.
Una giustizia così lenta da divenire ingiustizia, capace di far tremare i polsi ad ogni imprenditore o cittadino, che oggi però presume di poter essa sola dare patenti di credibilità ed eleggibilità a chiunque. Come nulla fosse.
Un tipico caso di sepolcro imbiancato, di cattivo pulpito da cui viene la predica di cui sarebbe meglio afferrare il bandolo.
Non perchè non vi sia rogna altrove, anzi... ma perchè è pericolosissimo osservare la realtà con occhio strabico. Soprattutto dall'alto di un potere che superiorem non recognoscens.
Lectisternium, cerimonia sacrale nella Pax deorum |
Occorre recuperare la visione binoculare: E' quello che proverò a fare, con i miei modesti mezzi, nei prossimi post sull'argomento, ormai ineludibile, già toccato qui e là su Corporeus corpora.
Molto del presente e del futuro d'Italia, ben più di quel che pensiamo, dipende dalla capacità collettiva di inquadrare correttamente il senso, le potenzialità e le distorsioni della funzione giudiziaria.
In questo caso le opinioni saranno attribuibili al solo scrivente, causa la specificità e la gravità degli assunti e delle conclusioni.
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