il ministro Balduzzi su ILVA preferisce tapparsi la bocca... |
La procura detta i tempi del "vero" spegnimento, cinque giorni, dopo mesi di attesa. A quanto pare si prevede anche la possibilità dello spegnimento coatto, dovuto a resistenze aziendali (di più in fondo al pezzo).
Nel frattempo tutti dicono di tutto, tranne chi dovrebbe davvero farci la cortesia di parlare: il ministro della salute Balduzzi. Corporeus corpora ha forse identificato una pericolosissima "sindrome ministeriale"?
Nel frattempo ci apprestiamo a pubblicare integralmente in esclusiva la decisione del GIP Todisco della settimana passata, che rifiuta il piano aziendale e prosegue spedita per lo spegnimento inevitabile.
Non c'è che dire: l'emergenza Taranto, come ormai emerge da perizie processuali, risultanze ASL, Arpa e ordine dei medici, indagini indipendenti di associazioni ambientaliste, dichiarazioni di primari e medici di base, piani di monitoraggio ultradecennali come SIN-Sentieri (consultate estesamente la nostra sezione ILVA allo scopo), è essenzialmente un'emergenza sanitaria, ancor prima che ambientale. Con tutta questa mole di dati ed opinioni si sostiene che la mortalità e l'incidenza di malattie, addebitabili all'inquinamento da emissioni dell'acciaieria (che ricordiamo essere ancora oggi all'80% quella ideata nel 1959...), sia non solo rilevata e rimarchevole, ma anche in cospicuo aumento.
Potremmo aggiungere che basta far due chiacchiere in città con qualche pensionato ex Italsider per apprendere come egli stesso abbia svariate patologie connesse al suo lavoro e come dei suoi colleghi ben pochi siano ancora in giro a raccontare le condizioni medioevali in cui lo stabilimento li fece operare per decenni, sino ad oggi.
Per carità, Corporeus corpora è ben conscio che Italsider fu anche vacca da mungere e che i più raccomandati dei 40.000 dipendenti, che di liscio o di rovescio lì "lavorarono" negli anni '80, spesso ricevettero lo stipendio senza una mansione operativa, finendo per svolgere in nero altre attività private durante l'orario di lavoro e magari oggi godere di una pensione ricevuta a 50 anni per un rischio amianto che mai corsero nel loro lavoro di idraulici o agricoltori, che realmente svolsero risultando invece fittiziamente presenti in reparti pericolosi... con il privato ovviamente queste pratiche cessarono di esistere, quasi al 100%.Ma non è questo il punto. Il punto è che Italsider- Ilva è costata sin dalla sua fondazione un numero di vittime da piramide egizia e prosegue oggi a generare malattia, a volte morte, tra gli operai, gli stessi ingegneri e la popolazione.
Abbiamo citato la recente posizione ambientalista (giornale in foto), che non fa altro che riprendere dati ministeriali, nonchè l'assunzione (tardiva) di responsabilità da parte dell'ordine dei medici di Taranto. Aggiungiamo le controverse dichiarazioni della ASL Taranto a Villasimius, che al di là di tutto certo non inducono allegria.
Bene, cioè assai male... e il ministro della salute che dice? Ci parrebbe nulla. Vorremmo a questo punto far delle domande noi, che invieremo al ministero... eccovele in anteprima:
· Cosa pensa delle affermazioni dell'ex prefetto Ferrante, che mente persino sui panini e le bevande agli operai (proprio lui che rappresentò a lungo lo Stato dando di sè un'immagine inquietante), per cui a Taranto non vi è rischio particolare per nessuno?
· Che ne dice del collega Clini, che utilizza i medesimi argomenti aziendali per controbattere le posizioni del tribunale e degli ambientalisti, qualificandosi come il primo ministro dell'ambiente apertamente antiambientalista, negando persino la validità di ogni risultanza scientifica che colleghi ILVA a malattie?
· Che ne dice, soprattutto, delle risultanze scientifiche emergenti da così tante fonti, alcune addirittura ministeriali? Che devono fare i cittadini che egli è chiamato a difendere nel bene primario della salute ed a rassicurare sulle sorti dei loro cari? Sa o non sa?
Al momento Balduzzi è impegnato, ci fa sapere Brescia Today, a redigere un documento per la tutela medica degli immigrati. Lodevole compito... ma per i tarantini, già cittadini italiani paganti tasse, nessun documento? nemmeno un pizzino?
Non possiamo non concludere che il ministro Clini ed il ministro Balduzzi, se si parla di Taranto, perdono ogni nozione del loro compito istituzionale, forse a causa di quel pericoloso effetto, ancora ignoto alla scienza ma sempre più vistoso, causato dalla droga del potere, mille volte più potente e perniciosa del potere della droga. Le cui devastanti conseguenze esaminammo già, per curiosa coincidenza in capo ancora a tre (ex) ministri, i dottori Di Pietro, Frattini, Giovanardi.
Una vera e propria "sindrome ministeriale"... speriamo che presto una commissione medica internazionale si interessi della faccenda: la salute mentale dei ministri preoccupa da sempre Corporeus corpora e sarebbe ora che qualcuno indagasse.
Prendiamo ad
esempio quel che dice oggi il ministro Clini riguardo ad ILVA:Non possiamo non concludere che il ministro Clini ed il ministro Balduzzi, se si parla di Taranto, perdono ogni nozione del loro compito istituzionale, forse a causa di quel pericoloso effetto, ancora ignoto alla scienza ma sempre più vistoso, causato dalla droga del potere, mille volte più potente e perniciosa del potere della droga. Le cui devastanti conseguenze esaminammo già, per curiosa coincidenza in capo ancora a tre (ex) ministri, i dottori Di Pietro, Frattini, Giovanardi.
Una vera e propria "sindrome ministeriale"... speriamo che presto una commissione medica internazionale si interessi della faccenda: la salute mentale dei ministri preoccupa da sempre Corporeus corpora e sarebbe ora che qualcuno indagasse.
[Lo spegnimento dell’Ilva in cinque giorni come deciso dalla Procura di Taranto] “è impossibile perché si tratta di un impianto molto complesso tant’è che la Procura chiede l’avvio dei processi”
Dal Corriere del giorno di domenica 7 ottobre |
Nemmeno uno sprovveduto avrebbe immaginato che il termine di 5 giorni fosse per la fine delle operazioni: dovrebbe naturalmente segnarne l'inizio, procrastinato causa l'evidente complessità del caso e la "resistenza" della proprietà a metter fine al proprio business. A questo proposito accludiamo documentazione da stampa locale.
Ma la cosa che sbalordisce è la certezza e competenza mostrata dal ministro per i processi industriali e di contraltare il disinteresse per qualsiasi ipotesi rivolta a risollevare un territorio appestato da 50 anni di emissioni incontrollate. L'assenza insomma di tutto quel che ci si aspetterebbe dal responsabile nazionale delle politiche per l'ambiente. Che afferma peraltro di non voler abitare, con la sua schiatta, in questa città inquinata.
Ma la cosa che sbalordisce è la certezza e competenza mostrata dal ministro per i processi industriali e di contraltare il disinteresse per qualsiasi ipotesi rivolta a risollevare un territorio appestato da 50 anni di emissioni incontrollate. L'assenza insomma di tutto quel che ci si aspetterebbe dal responsabile nazionale delle politiche per l'ambiente. Che afferma peraltro di non voler abitare, con la sua schiatta, in questa città inquinata.
Ecco che però in una tre giorni newyorkese, riportata dall'ANSA, proprio Corrado Clini mostra ben altra sensibilità. Per i piccoli atolli/stato del pacifico. Vi proponiamo un passaggio, indicativo di sensibilità fuori dal comune:
Ministro dell'ambiente o... dell'industria? |
''Tali Paesi, pur essendo tra quelli
che inquinano di meno, sono i piu' vulnerabili agli effetti del riscaldamento
globale del pianeta'' [...] ''Si tratta di un programma bandiera per l'Italia,
considerato uno dei piu' efficaci anche dalle Nazioni Unite per quanto riguarda
i Paesi poveri''.
Tutto bellissimo, per carità, come l'impegno di Balduzzi per la salute dei migranti. E' evidente però che i tarantini, non essendo su di un atollo del pacifico ma solo su di una penisola salentina, non godono di queste sensibilità ministeriali.
Capirete che la "sindrome ministeriale da droga del potere" non è più solo un'ipotesi...
Mi si potrebbe però obiettare che anche i sindacalisti hanno forti momenti di defaillance, se trattasi di Taranto.
Talò, già reduce dei fasti dell'Infedele, La 7 |
· Susanna Camusso, due giorni fa: "Non può esserci un perenne conflitto istituzionale. Se c'è una norma legislativa che si chiama Aia, vale l'Aia". [...] "La nuova Aia che verrà concessa all’Ilva costituirà la green card per l’azienda nel continuare la produzione".
· Antonio Talò, ieri: "La mossa dei custodi non mi sorprende, non è la prima volta che piombano decisioni drastiche il sabato sera. E quasi sempre accade nel momento in cui si sta lavorando a qualcosa che va in direzione delle loro richieste o si è annunciato qualcosa.
Eppure anche costoro, in altre occasioni, dimostrarono di possedere il ben dell'intelletto...
Ma prendiamo Gerolamo Archinà, che al Taranto(buona)sera confessa... la sua innocenza più completa. Con queste toccanti parole:
Per difendere la mia onestà e la mia innocenza sono pronto a lasciarmi morire, soprattutto per difendere la dignità dei miei cari
Corporeus corpora non prende alla leggera il "lasciarsi morire". Fonti private ci hanno indotto a ritenere che l'Archinà abbia un male gravissimo, forse una neoplasia in stadio avanzato... ma questa è altra vicenda, privata, su cui non vi è nulla da aggiungere.
Il dottor Ferrante e Monsignor Santoro |
La linea
difensiva è l'aver consegnato una busta di notte in autogrill al perito
Liberti, incaricato di redigere una valutazione su ILVA, contenente normale
documentazione. Come se ciò possa esser preso per normale prassi.
E di aver invece donato i 10.000 euro prelevati quel giorno da ILVA (che gli inquirenti ritengono essere il vero contenuto della busta) al precedente arcivescovo di Taranto, guardacaso sostituito poco dopo alla guida della comunità cattolica locale da altro presule, Monignor Santoro (in foto col direttore ILVA Ferrante), pronto a indire veglie essenzialmente pro fabbrica, a cui parteciparono tutti, anche impensabili.
Tale linea si completa affermando che da sempre l'acciaieria versava contributi importanti al clero locale e pertanto nulla di strano...
La verità è che di strano c'è già "Gesù divin lavoratore", effigiato insieme a ciminiere che paiono playmobil, il tutto nell'oro sfolgorante di una decorazione musiva absidale bizantineggiante. Caso unico nel mondo, ritengo, che la dice lunga sulla posizione presa da sempre dalla Chiesa, testimoniata dalla famosa messa di Natale in Italsider del Papa, A.D. 1968.
La verità è che di strano c'è già "Gesù divin lavoratore", effigiato insieme a ciminiere che paiono playmobil, il tutto nell'oro sfolgorante di una decorazione musiva absidale bizantineggiante. Caso unico nel mondo, ritengo, che la dice lunga sulla posizione presa da sempre dalla Chiesa, testimoniata dalla famosa messa di Natale in Italsider del Papa, A.D. 1968.
La confessione, ahinoi, nulla toglie alle famose dichiarazioni del suddetto Archinà, intercettato dal 2010, il quale dice così di ARPA (agenzia regionale per l'ambiente), dei periti, della stampa locale (di cui Tarantosera, che nemmeno si sogna di rammentare queste vicende alla memoria dell'innocente martirizzato, fa lapalissianamente parte):
"Clini è uomo nostro"; "quelli, con la sedia legata al culo devono stare, altro che controlli" (ARPA, ASL); "Te lo dico davanti al presidente Donato Pentassuglia che ci sente in diretta: Assennato lo dobbiamo distruggere" (Assennato, direttore ARPA); "Ancora una volta ho avuto ragione, ho sempre detto che bisogna pagare i giornalisti per tagliargli la lingua"
A parte l'uso eccentrico del termine confessione, che poco ha a che vedere con l'innocenza, ci troviamo ancora di fronte ad un caso di amnesia selettiva di indagati e stampa. Sarebbe interessante sapere se la "sindrome ministeriale da droga del potere", qui ipotizzata, possa essere trasmissibile, contagiosa. Se ad esempio Archinà, Camusso, Talò, Ferrante siano stati esposti ripetutamente a Balduzzi, Clini, Giovanardi etc.
Nuovamente, ci vorrebbe "The lancet".
Nuovamente, ci vorrebbe "The lancet".
Nel frattempo Corporeus si appresta a pubblicare integralmente la decisione
del GIP Todisco di rifiutare seccamente il piano aziendale da 400 milioni,
ipoteticamente rivolto a rendere ecocompatibile l'immenso stabilimento ed
ottenere la revoca del sequestro.
Estote
parate!
Il Ministro Clini, ministro dell´ambiente piu´ antiambientalista che si ricordi, mercoledi´ 10 partecipa a un dibattito pubblico sulla sostenibilita´ ambientale delle imprese ICT con le solite dichiarazioni da chi e` sotto effetto della droga del potere
RispondiElimina“L’adesione di una azienda come Telecom, che opera nel settore delle tecnologie per le comunicazioni, agli accordi volontari per il carbon footprint rappresenta un ulteriore segnale di come il connubio fra innovazione e sostenibilità ambientale sia stato incardinato nel sistema produttivo italiano, specie in quei comparti suscettibili di maggiore sviluppo tecnologico e rappresenti una atout che le imprese italiane intendono giocare sul tavolo globale della competitività”
da non credersi.
Qui il roboante e patetico comunicato del ministero dell´ambiente
http://www.telecomitalia.com/tit/it/archivio/media/comunicati-stampa/telecom-italia/corporate/istituzionale/2012/05-21.html
qui quello di Telecom Italia
http://www.telecomitalia.com/tit/it/about-us/events-initiatives/events/twitter-time-4.html
Balduzzi non tace più.
RispondiEliminaVerrà a Taranto, ma non si sa esattamenete quando. Si pensava per la presentazione del nuovo studio sentieri.
Ma vi leggono sia i pm che i ministri?
Ma chi siete?