venerdì 6 luglio 2012

Il Dalai Lama a Scanzano: c'eravamo anche noi, tra alti, bassi e censure

Abitualmente Corporeus corpora non svolge attività di acquisizione diretta della notizia.
Questa è una delle eccezioni di cui siamo maggiormente lieti.
Il 25 Giugno 2012 sua santità il Dalai Lama, reduce dalla poco onorevole ritirata della giunta milanese sulla cittadinanza onoraria a lui promessa, ha raggiunto il sud Italia per una serie di incontri che hanno avuto culmine nell'assolata mattinata in questione, precisamente a Scanzano ionico.
Altrove troverete dettagliate le motivazioni della visita, dovuta comunque ad un'iniziativa benefica pro infanzia realizzata da una simpatica signora irlandese che abitualmente risiede in Lucania, Betty Williams, premio nobel per la pace nel 1976 e amica del Dalai Lama.
Quel che mi interessa qui è certamente dare testimianza personale di un incontro abbastanza raro, che ha richiamato qualche migliaio di affezionati e fedeli. Il Dalai Lama, con la semplicità che gli è propria, ovvero figlia di una grande tradizione spirituale che incarna e traghetta nella contemporaneità, certamente trasmette, ancor più che serenità, la compenetrazione tra anima del mondo e individuale. In lui l'ottuplice sentiero sembra compiuto e la sensazione è tangibile.
Il richiamo pressante e garbato alla compassione (la qualità che ci consente di rivederci nell'altro), l'invito ad andare oltre le confessioni e le ideologie per cercare all'interno quell'intelligenza naturale che rende migliori e liberati, il senso dell'umorismo, così lontano dalla nostra immagine di leader spirituale, l'attribuzione a sè stesso di poteri e volontà, intrinsecamente contrari al nostro bene, contro cui bisogna affermare la pace del cuore e della mente (se saltate al minuto venticinquesimo e rotti di questo video lo ascolterete attribuire anche a sè il potenziale della violenza, "Myself, I also have the potential of violence...", cui segue una risatina) fanno di Tientsin Gyatso una figura degnissima dell'attenzione del mondo, di cui propone una pacifica rivoluzione che parta dall'interno di ciascuno. Questo però è argomento che presso altri luoghi, virtuali e non, troverete approfondito ben diversamente. 
autorità schierate alla griglia di partenza
Qualcosa andrebbe detto, ma è questione così complessa che necessita di trattazione separata, su come il Dalai Lama, capo di stato in esilio, abbia un rilievo non trascurabile nella politica internazionale, ad esempio per la strategia americana, che tende, come sempre accaduto nella storia, a limitare ed a rendere più difficoltose le conquiste di potenziali avversari geopolitici, quali appunto la Cina, potenza occupante del Tibet. 
Traduttore??
Forse per questo il portavoce presente all'incontro, che accompagna ovunque il Dalai Lama, è parso ai miei occhi possedere più le doti ed il carisma di un responsabile della sicurezza che quelle di un traduttore professionale, come credo chiunque conosca un pò di inglese potrà confermare. Mi sbaglierò... Ma andiamo oltre. 
Preme evidenziare qui come l'incontro sia stato gestito. Un numero strabiliante di forze dell'ordine, vetture, dipendenti della protezione civile, tutti a far da corona ai vertici della politica (ben 21, dicasi 21 esponenti sul palco) e del clero locale, dai vescovi agli abati. E il pubblico? Beh quello... esposto al solleone in una piazza chiusa, con pochissima distribuzione d'acqua, tenuto lontano centinaia di metri dal palco, i cui spazi prossimi erano invece dedicati a stampa (istallata su di un enorme basamento frontale ai relatori, talmente ingombrante da occludere buona parte della visuale al già distante uditorio) e associazioni, il tutto regolato da una moltitudine multicolore di pass, che andavano dal blu al giallo, che disperatamente provavano a burocratizzare e privilegizzare un evento essenzialmente culturale e spirituale, prima ancora che religioso.
forze e rinforzi tengono a 10 metri dal banchetto
Poi un banchetto, realizzato in loco, destinato a personalità quali cugini e fidanzati di nipoti e amici di personalità locali, chiuso ai fedeli e curiosi che attendevano, pazientemente e dietro il cordone di infiniti agenti, un saluto finale del Lama tibetano. Banchetto da cui hanno provato a tener fuori il mitico Marco Pannella, nonostante egli si fosse abbracciato e baciato pubblicamente con l'amico di lunghissima data, al suo arrivo sul palco. E che alfine è entrato per volontà del Dalai, come vedrete grazie al link precedente.
effusioni tra Marco Pannella e il Dalai, sul palco
La visita fuori programma di Marco Pannella, apprezzatissima dall'ospite tibetano, è stata sottaciuta da tutti gli organi di stampa (assai numerosi) presenti, che han fatto in modo di ometterla sistematicamente. 
Quando pure, come è facile comprendere, una foto come questa, o meglio ancora quella del bacio, scattata dal bravo Andrea Mattiacci e da chissà quanti fotografi professionisti presenti (non da me, che brigavo per ottenere il pass che mi avrebbe in seguito permesso questi scatti), avrebbe fatto la sua figura sui giornali... ma no, i radicali no, che pure hanno fatto conoscere da decenni la nobile figura di Tentsin agli italiani. Si invece alla pletora ex DC che infeuda la Lucania dai tempi, mai terminati, di Colombo e Sanza.
Più tardi ho poi intervistato il leader radicale su questioni riguardanti l'assetto democratico italiano, che corre non pochi rischi. Ma per ora fermiamoci qui. 
Il Dalai Lama lascia il palco
Questa è l'Italia: nel suo piccolo Corporeus corpora non vuole più perdonarle nulla, poichè troppo, ben oltre settanta volte sette, è già stato perdonato.
arriva Giacinto detto Marco
buddista tarantina assolata
banchetti della nomenklatura lucana

baschi, berretti e cocolle




6 commenti:

  1. Ciao a tutti, volevo suggerire l'analisi dell'ultimo saggio di Tenzin Gyatso: "la felicità al di là della religione" recentemente pubblicato, è un testo di veloce e facile lettura.
    Il Dalai Lama, come proclama nel titolo, fa una ricerca di ciò che ci accomuna come esseri umani, a prescindere dal credo religioso di ognuno di noi o di una possibile visione atea.....basta veramente poco per rendere la nostra vita più positiva!

    H_M

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    1. Grazie assai della nuova segnalazione.
      In effetti Il Dalai ha firmato molti testi, anche sul palco. Probabilmente si trattava del libro che suggerisci.
      Non ci vorrebbe poi tanto, si... ma il primo passo è decisivo. E per quello ci vuole coraggio.
      Buon coraggio a tutti, quindi.

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  2. A quanto pare ancora una volta il folkloristico schieramento di autorità e gonfaloni in bella mostra, ha tentato di ridurre un evento di grande spessore nel solito teatrino all'italiana, non riuscendo per altro ad oscurare il grande carisma spirituale del Dalai Lama.
    Col dovuto rispetto però non dimentichiamo che il Dalai Lama, come per altro il Papa, sono leader religiosi ma anche leader politici e spesso, troppo spesso forse, l'aspetto politico-diplomatico-formale prevale su quello religioso e spirituale. Ma sarebbe troppo lungo aprire una parentesi sull'intreccio religione-politica...

    M

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    1. Di intreccio religione-politica qui si campa da millenni, caro M...
      Quel che possiamo fare, non molto ma nemmeno pochissimo, è dissipare baconianamente un pò di quella nebbia che avvolge gli idoli e guardarli un pò in faccia... chissà, magari si imbarazzano e se ne vanno... :)

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