mercoledì 30 gennaio 2013

ILVA: AIA che male II - Fumo negli occhi da Azienda e ministri. A mezzo stampa.

diagramma della strategia IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control)

Continua la cortina di fumo pro ILVA. 

Dopo First, dopo la Corte Costituzionale, ecco la Gazzetta del mezzogiorno. 

 

La relazione Aia dell'azienda: 

Piani a tempo record, richieste a tamburo battente. Carta chiama carta.

Tutto quel che sappiamo su AIA 2011 e 2012. 

La stampa che non fa domande. Ma noi si: dov'è la disciplina ministeriale per discariche e reflui prevista per domani?



Ieri abbiamo dato conto della nuova cortina di fumo che viene sollevata a protezione dell'azienda ILVA, dopo che persino il SOLE24ORE, di fronte all'aggravarsi della situazione, da loro non previsto, aveva finito per abbandonare la politica redazionale delle orecchie da mercante, seguita per mesi, per affrontare seriamente il problema, grazie a Paolo Bricco
Oggi proseguiamo, in quanto il fumo si alza sempre più alto.

La cortina di ieri

In "ILVA: quando gli esperti dimostrano inesperienza e parzialità" trovate l'ennesima analisi assolutamente parziale, del solito "esperto" legato a doppio filo all'azienda ed al sistema industriale italiano, in quanto dipendente di alto livello della maggiore industria italiana che si avvale di laminati ILVA, la FIAT.
In "ILVA: Gallo, presidente "ad hoc" pro siderurgico? Viaggetto nella Corte Costituzionale" vi imbattete nell'elezione di un nuovo presidente di Corte Costituzionale, il cui primo vagito è per ILVA. Un vagito che non ci piace troppo. E non lo mandiamo a dire.

La cortina di oggi

 Secondo Mimmo Mazza della gazzetta del mezzogiorno

L’Ilva ha già attuato 61 delle 94 prescrizioni previste dall’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal ministero dell’ambiente il 26 ottobre scorso e divenuta successivamente legge con il provvedimento salva-siderurgico varato dal Governo e poi dal Parlamento.

martedì 29 gennaio 2013

ILVA: Gallo, presidente "ad hoc" pro siderurgico? Viaggetto nella Corte Costituzionale

Franco Gallo, un nuovo "Cavaliere dell'apocalisse ILVA"?

Il neo presidente e le prime dichiarazioni - un articolo fantasma, perso nel misterioso diritto della Corte Costituzionale: 

prime impressioni sul ricorso di legittimità ILVA


Franco Gallo, neo presidente dell'alta corte in singolare tempismo rispetto alle prossime decisioni sulla materia ILVA, la prima il 13 Febbraio, rilascia immediatamente dichiarazioni che parrebbero al di fuori delle linee ordinatrici che la Costituzione e le norme  integrative riservano all'alta Corte.

 

Vediamo perchè.

 

Franco Gallo diventa membro della Consulta nel 2004, nella quota di giudici che la Costituzione riserva alla scelta del presidente della Repubblica. In questo caso Carlo Azeglio Ciampi.
Un tributarista di grande esperienza, primo caso alla presidenza della Corte Costituzionale.
Nemmeno il tempo di eleggerlo e si occupa subito di ILVA, assicurando che accellererà i tempi del giudizio. Ma non solo.
Da Reuters:

"Assicuro che la Corte farà di tutto per accelerare i tempi della decisione", ha detto Gallo ai giornalisti subito dopo il suo insediamento.
Il neo presidente intende ricorrere alla "norma del regolamento che prevede il dimezzamento dei tempi processuali". Per il 13 febbraio è stata fissata la camera di consiglio in cui si deciderà sull'ammissibilità del conflitto sollevato dai pm di Taranto nei confronti del governo, relativo al decreto 'salva-Ilva'.
La Corte, invece, non ha ancora ricevuto, "ma solo letto sui giornali", che è in arrivo un altro conflitto sulla legge di conversione e un giudizio incidentale sulla legittimità della legge.
"Abbiamo capito che è urgente bilanciare il diritto al lavoro e il diritto alla vita, stiamo anticipando tutto e ridurremo i tempi del procedimento il più possibile", ha concluso Gallo.

ILVA: quando gli esperti dimostrano inesperienza e parzialità ...

Corporeus corpora opina sull'opinione e analizza l'analisi di Giorgio Giva, pubblicata da First online

Ad intervalli alterni, qualcuno esprime sempre opinioni non argomentate.

Spieghiamo perchè...

 

Vediamo insieme cosa scrive Giorgio Giva. 

Anzi, vediamo chi è, in primis.


Nel 2012 Giorgio Giva risulta quale "responsabile dei rapporti istituzionali di FIAT auto".
Nel 2011 compare quale "responsabile nazionale delle relazioni industriali della FIAT".
Nel 2010 il medesimo Giva è ancora "responsabile dei rapporti istituzionali di FIAT auto", come potete leggere qui. Sul sole24.
Nel 2009, non sorprendentemente, egli è invece indicato quale" responsabile del personale", sempre per FIAT automobili. Questa volta dal sito dei Cobas.

Poichè lo scopo del discorso non è quello di introdurci nella vita professionale del dottor Giva, bensì di sapere come si collochi colui il quale si esprime come vedremo sulla vicenda ILVA, vicenda che ci sta a cuore sia per ragioni geografiche sia come simbolo del disastro nazionale (di cui non ci compiaciamo, ma desideriamo prendere atto al fine vi si faccia strutturalmente fronte), possiamo anche fermarci qui.
Diciamo che ci parrebbe uomo d'azienda, uomo FIAT. 
Più che genericamente "esperto di relazioni industriali e consulente del lavoro", titolo che spetta anche a chi insegni o abbia semplicemente superato un master specifico.
Non è certo un crimine avere cotanto curriculum, anzi... ma poichè sappiamo come sinora FIAT sia stata forse la principale cliente di ILVA per decenni, di certo il responsabile nazionale delle relazioni industriali avrà avuto buoni, se non ottimi, rapporti con la famiglia Riva ed il suo management...
E non solo. Rileggiamo un passaggio importante estratto dal testo di Paolo Bricco, cui abbiamo dedicato apposito post (e seguitissimo):

sabato 26 gennaio 2013

Persino il Corriere della sera online apre con la questione "carceri e giustizia" ....

Il Corriere della sera online apre oggi con questioni "radicali", da noi anticipate

Posto per ricordarci quanto scrivemmo e commentammo, anche con molta, eccessiva asprezza, sulla questione drammatica delle carceri iperaffollate, autentica tortura condannata dalla Comunità europea.

 

Controproducente perchè rafforza l'inclinazione criminale, nonchè le amicizie ed i trasferimenti di "saperi" tra delinquenti, i quali troppo spesso sperimentano proprio in carcere la necessità dell'affiliazione alla malavita organizzata. 

 

E poichè, come emerge da ogni inchiesta, oltre che dall'esperienza unanime di chi c'è stato, i boss mafiosi certo non vengono maltrattati nelle mura delle galere, potremmo anche ipotizzare che questa forma di "educazione" e "reclutamento" del criminale comune, che in libertà poteva permettersi un certo margine di indipendenza criminosa ma lì ristretto rischia tutto e di tutto, sia appunto desiderabile anche per le cosche. E che esse stesse, per certi versi, mirino alla conservazione dello status quo. 

Altrettanto pernicioso pare il mix diabolico di obbligatorietà dell'azione penale, di non depenalizzazione di reati minori, quali ad esempio il consumo di droghe leggere, di carcerazione preventiva (che sarebbe al momento prossima al 40% del totale), di carico pendente processuale per milioni e milioni di casi, poichè produce l'estinzione dei processi per chi riesce, attraverso l'abilità (e gli agganci) dei suoi legali, a ritardare le sentenze, ottenendo così la prescrizione. 
In tal modo si realizza uno degli scopi segreti dell'amministrazione della giustizia in Italia... che, appunto, giustizia non vi sia. Che il debole soggiaccia pertanto al forte, al ricco, al potente, all'intrallazzato.

mercoledì 23 gennaio 2013

ILVA: dal Sole24ore finalmente un'analisi lucida, firmata Paolo Bricco

Taranto: le zone in nero, destinate ad attività di grande impatto ambientale

Mentre Clini porge inutile visita alla città di Taranto, confinato ormai da giorni alle petizioni di principio, postiamo qui una parte dell'articolo apparso su Sole24ore, a firma di Paolo Bricco.

La Storia insegna così ...


Finalmente il più importante giornale economico finanziario d'Italia affronta la questione ILVA con onestà intellettuale e cifre credibili. Cosa sinora mancata, essendo più volte caduta la scelta redazionale sulla propaganda e la negazione del problema, strade certamente più agevoli, ma assolutamente inadatte alla realtà ed al corso degli eventi. Come i fatti hanno dimostrato.

Alcune di quelle cifre, ad esempio la situazione debitoria di ILVA, vi erano state anticipate e documentate da Corporeus corpora
Ma l'articolo di Bricco ne raccoglie davvero tante e le compone in un insostituibile sguardo di insieme, definendole in relazione alle numerose problematiche aperte dalla crisi del grande stabilimento siderurgico.
Ovviamente secondo il taglio del Sole24, che è quello della tutela dell'azienda e dell'economia italiana, di cui la prima costituisce ganglio importantissimo.
Piuttosto che la tutela della salute, dell'ambiente, del diritto, della qualità della vita.

Abbiamo qualcosa da aggiungere in proposito, ma prima leggiamo per estratto (l'articolo completo, che merita grande attenzione, lo trovate qui):

Dall'ILVA rischio contagio per il paese

Prima l'acciaieria di Taranto. Poi tutto il gruppo Riva. Quindi, l'economia italiana. L'Ilva è un gigantesco organismo industriale che sta sperimentando una paralisi produttiva, una asfissia finanziaria e una acefalia strategica. Da Taranto, potrebbero presto originarsi cerchi concentrici in grado di sommergere un bel pezzo di Paese.


martedì 22 gennaio 2013

In futuro: l'ILVA nello scenario globale, nessuno ne parla. Tranne Corporeus corpora.

Che c'entra la Fintecna di Prato...
... con Lavitola e Frattini...

Che c'entrano Andreotti, il miliardario Li Ka Shing, Gheddafi, la Fintecna di Maurizio Prato, ILVA, Giorgio Assennato?

 

Cosa lega ILVA alla Cina ed a Clini, che vogliono fare gli americani della città dei due mari?

Lavitola e Berlusconi, perchè tanti guai (e contatti sudamericani)? 

... Giorgio Assennato, Arpa Puglia

 

Mani pulite e la magistratura, da Di Pietro ad Ingroia, passando per le strategie sottili e globali del Vaticano e della CIA ...

... e il creso Li Ka Shing...

 

Prossimamente su Corporeus corpora tutti gli indizi, la dietrologia più spinta, i collegamenti più arditi, le forze più occulte: il mosaico si compone, tassello dopo tassello.

 

lunedì 21 gennaio 2013

Fantascienza pret-a-porter: "Stealth wear" per Adam Harvey. "In privacy we trust"!

CV Dazzle, il trucco anti riconoscimento mediante software

Riflessioni aggiornate su privacy e tecnologia, fantascienza e quotidianità, moda e make up...


Alla fine degli anni '50 una serie di grandi autori di fantascienza, in genere americani, affrontarono con grande fantasia, ironia e causticità, tematiche legate alla compressione degli esseri umani di fronte allo strapotere della tecnologia, che si immaginò sin da subito indirizzata dal potere al fine di controllare azioni e pensieri dei cittadini comuni.

A dire il vero, in alcuni casi le loro previsioni, già fosche, sono state superate dalla realtà: se pensiamo a cos'è diventato il progetto Facebook e lo confrontiamo col celeberrimo Grande Fratello, immaginato da George Orwell in "1984", potremmo affermare che, mentre il grande giornalista aveva supposto meccanismi di controllo sottilmente studiati ed imposti dall'alto, contro cui qualche spirito indomito avrebbe lottato, pur senza speranza, quel che è accaduto in questi anni ha mostrato come il meccanismo di controllo si sia imposto dal basso, per libera adesione delle persone ad una piattaforma software online. 
Citazione orwelliana
Facebook, appunto: non c'è stato bisogno di neolingua, nè di censori al soldo del potere.
Gli abitanti del pianeta hanno fatto tutto da loro: spiati e spioni al tempo stesso, hanno consegnato le loro vite al microscopio/cannocchiale di centinaia di milioni di obiettivi/occhi indiscreti: essi, impietosamente, mostrano tutto a tutti.
Dalle feste di compleanno dei neonati alle gare di formula uno, dalla carità di piazza alle alcove più riposte, consentono l'identificazione e la localizzazione del "fotografato" in pochi, semplici passi.
Facebook è il Grande Fratello ...
Il materiale online, ingentissimo, al fine di risultare consultabile e "proficuo" viene poi vagliato dagli stessi utenti, senza bisogno di mediazione e controllo: sapere tutto di tutti, annullare ogni privacy, ogni decenza, spossessare gli esseri umani del loro diritto inalienabile all'immagine ed all'uso preferito di essa, della sacrosanta libertà di occultare i propri limiti, errori, insicurezze, finanche di mentire o di omettere... no, nemmeno Orwell col suo notorio pessimismo avrebbe mai immaginato che l'avremmo fatto da noi stessi il grande fratello, appena appena con qualche spintarella...

Ma non era da Orwell che volevo partire, bensì da Robert Sheckley

sabato 19 gennaio 2013

ILVA, ultim'ora: un nuovo decreto per Martedì? Il governo solleverà dalla competenza il tribunale tarantino?

La potente arma del governo contro la magistratura riottosa, nel caso ILVA

Alti livelli di diossina e PCB nelle terminazioni nervose di governo, sindacati, confindustria, azienda!!!

Dichiarazioni populistiche, pochissimo serie, si susseguono in nemmeno 24 ore... 



Evidentemente il ministro Clini, durante le sue visite tarantine, deve essersi troppo esposto (forse nello stabilimento, di fronte agli operai, magari per dimostrare la innocuità delle immissioni ILVA) a dosi massicce di diossina e PCB. 
E' il primo caso in cui esse conducono rapidamente alla demenza, ma riteniamo siano state solo fattore scatenante di una eziologia più complessa, certamente genetica.
Resta il mistero di come Mario Monti, vero uomo di paglia dal cuore di panna con la testa di legno, abbia potuto sviluppare la medesima patologia degenerativa della corteccia... visto che a Taranto non c'è mai stato... Per lui, il suo passato e futuro DC (ampiamente illustrato in questo sito nelle "antologie montiane", una e due), preferiamo l'ipotesi empirica enucleata nel post dedicato al potere della droga contro la droga del potere, deducendone certamente la maggior perniciosità dell'ultima. 

L'interessante teoria la trovate qui:  Flower children Vs Frattini & Giovanardi , ma a questo punto aggiungerei "...& Clini & Monti".

Vediamo perchè.

venerdì 18 gennaio 2013

ILVA: referendum cittadino, sentenze. Il comune di Taranto mente? Non sarà parte civile?

L'azienda agonizzante annuncia la fine delle risorse finanziarie.

Un referendum consultivo, tardivo e mozzo, utile forse ai soli piani del Governo. 

Il quesito sulla richiesta dei danni ad ILVA da parte del comune viene rimosso, in quanto tale domanda sarebbe già stata presentata. 

Ma apprendiamo che il tribunale di Lecce non la consente, perchè non nelle competenze dell'ente territoriale...

Corporeus Corpora ha nel frattempo mangiato la foglia sulla vicenda internazionale, mai dichiarata, che determina le sorti dello stabilimento, ben al di là dei suoi attori palesi.


Il notevole caos che in queste ore investe la città di Taranto vede gli operai in agitazione, perchè finalmente consci che non ci sono nè tarallucci nè vino per una composizione all'italiana del grave problema sollevato in questo ultimo anno. Ma noto già, ad esempio, al coriaceo intellettuale tarantino Antonio Rizzo alla fine dei '70.
Le forze di polizia nel frattempo sono onnipresenti, già immaginando gli scenari apocalittici di una vasta parte della popolazione senza stipendi già alla metà di Febbraio. Ministri e commissari arrivano poi alla spicciolata, in successione.

Ma non solo. Notizie si rincorrono in una ridda di conferme, speranze, smentite...

Sino a ieri l'azienda presentava fantomatici piani per il futuro, prevedendo la riapertura di impianti e lavorazioni, nonostante le avvisaglie da noi denunciate al ritmo di "C'è da star svegli...", pezzo uno e due.

Bene, orientiamoci.  

giovedì 17 gennaio 2013

IV Sondaggio di Corporeus corpora: risultati anticlericali

Diamo solo oggi gli esiti del IV sondaggio proposto da Corporeus corpora. 

Termine scaduto de "il concorso per i lettori".



A differenza dei precedenti, il sondaggio ha ottenuto un numero ridotto di voti. 
Forse ad indicare uno scarso interesse al punto oggetto della domanda, che a noi pareva però qualificante del pianeta Italia, cortile del Vaticano.

Vi diamo pertanto solo i primi due esiti precentuali, che hanno ricevuto quel minimo di consensi necessari:

La domanda, molto diretta, era:

Fra i seguenti politici italiani chi, secondo voi, è il servo più ipocrita del Clero? 

 

ILVA: lettera aperta a Nicola Porro, che troppo superficialmente pare occuparsi della questione

Nicola Porro, Facebook

Corporeus corpora, secondo tradizione, pubblica qui un intervento dell'Abate, tratto dal Blog di Nicola Porro.

 

Quest'ultimo, in ciò affratellato al primo Giannino, furentemente pro ILVA (come qui ricordiamo), appartiene alla sempre troppo nutrita schiera dei negazionisti. 
La discussione originale, con tutti i commenti e le risposte del giornalista, la trovate sul suo Blog, Zuppa di Porro.


Questo il testo del Porro, da cui tutto trae le mosse... a seguire i commenti abbaziali: il primo pubblicato e sinora, a differenza di altri, senza risposta. 
Il secondo in fase di moderazione, ancora non pubblicato:

Chiudono l’Ilva. Chiudiamo l’Italia

Tanto vale chiuderla, l’Italia. Stop. Fermiamo tutto. Blocchiamo, serriamo, sigilliamo. Ieri i giudici di Taranto a questo nobile intento si sono attenuti. La forma della legge sarà rispettata. Non lo mettiamo in dubbio. Ma già i romani insegnavano: Summum ius, summa iniuria. E cioè il massimo del diritto può rivelarsi il massimo dell’ingiustizia.

ILVA: Biomonitoraggio, ancora dati inquietanti (e labirintici)

Più facile interpretare i sogni??

Catena alimentare compromessa? Per chi? Tentiamo di capirci qualcosa...


"Un 'biomonitoraggio' su allevatori tarantini e su un campione di donne in eta' riproduttiva conferma che "esiste a Taranto, e in particolare nelle aree a ridosso della zona industriale, un problema di contaminazione della catena alimentare". Lo ha affermato il direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto, Michele Conversano in occasione della diffusione dei dati di uno studio dell'Istituto superiore di sanità nell'ambito del progetto 'Life 08 womenbiop' (termine erratamente trascritto dall'articolista, sta per womenbiopop)' "

Questo compare su "ANSA" .


Sulla Gazzetta del mezzogiorno troviamo una notizia più completa:

mercoledì 16 gennaio 2013

ILVA: per Clini finisce il gioco del silenzio. L'azienda non riparte, gli stipendi di febbraio sul filo del rasoio

Il coils dello scandalo, un milardo di euro sotto sequestro. Immagine Corgiorno.

"C'è da star svegli ..."




Clini ha abbandonato il silenzio e si è lanciato in affermazioni apodittiche, senza alcun appiglio formale nè sostanziale. Alla maniera che abbiamo imparato a conoscere nel tempo. 

Ecco che leggiamo su Manduria Oggi:

Prendo atto della decisione del Tribunale dell’Appello di Taranto in merito alla richiesta della Procura della Repubblica sull’eccezione di costituzionalità della legge 231/2012. La legge ha integralmente recepito le prescrizioni stabilite dalla Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), rilasciata all’ ILVA il 26 ottobre 2012, che impongono - in anticipo rispetto alle scadenze europee - l’impiego delle migliori tecniche disponibili per la produzione di ferro e acciaio, ai fini della tutela della salute e della protezione ambientale. Per dare attuazione all’AIA è necessaria la continuità produttiva dello stabilimento.
Per questo motivo la legge stabilisce ‘la prosecuzione dell'attività produttiva anche quando l'autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell'impresa titolare dello stabilimento’.
Inoltre, agli stessi fini, è stato rimosso, direttamente e con effetto immediato, il vincolo del sequestro degli impianti e dei prodotti, disponendo che ILVA “è immessa nel possesso dei beni dell’impresa ed è in ogni caso autorizzata alla commercializzazione dei prodotti, ivi compresi quelli realizzati antecedentemente alla data di entrata in vigore della legge
La legge è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2013. E’ un provvedimento urgente. Ad oggi l’impresa non ha la disponibilità dei prodotti diversamente da quanto previsto dalla legge, e questa situazione può compromettere il rispetto delle prescrizioni e dei tempi stabiliti dall’AIA per la protezione della salute e dell’ambiente. Desidero sottolineare che, in attesa che la Consulta si esprima, la legge deve comunque essere applicata.

Ben più importante di questo imperativo fine a sè stesso - che istilla l'ennesimo dubbio sul perchè e percome un ministro dell'ambiente possa esprimersi in tal modo, quasi non fosse conscio affatto dei problemi sistemici che il decreto, poi legge, comporta - il commento del direttore del personale dell'ILVA. Esso, confermando quanto disse in passato il presidente Ferrante, da noi appositamente ricordato nel post immediatamente precedente, suona così:

Aggiornamenti ILVA: conflitti costituzionali, scioperi, perdita delle commesse

"C'è da star svegli ..."


Diciamo no al feticismo giuridico...
La vicenda ILVA è ormai strangolata all'interno di una dinamica processuale estremamente complessa.

Seguirne ogni passo, da tempo giunti come siamo alle conclusioni che potete rintracciare negli infiniti post su Corporeus corpora, secondo noi afferisce più ad una forma di feticismo giuridico che al dovere/diritto di cronaca.

Basti sapere che anche il tribunale d'appello ha oggi ribadito la necessità di richiedere parere alla Corte Costituzionale. Che si vedrà pertanto investita del compito di vagliare le censure in termini di conflitto di attribuzione per eccesso di potere e di specifica incostituzionalità del testo normativo in questione. Dal Sole24ore:

martedì 15 gennaio 2013

Storia e teoria della giustizia in Italia: le riforme ed i privilegi.

Dal dizionario del Tommaseo ...

Le riforme ed i privilegi. 

Un caso esemplare: 

i Giureconsulti 

 

Lettura impegnativa ma indispensabile per il moderno operatore del diritto, consigliabile anche per chi vuol sapere da dove e verso dove si va - e dove invece occorrerebbe andare in Italia - nel campo della giustizia e del suo concreto esercizio. Una delle "teorie maggiori dell'abate" ...

 

Introduzione- dei privilegi, delle riforme, dell'inefficienza


Il concetto di riforma presuppone un forma anteriore, che la riforma prova a mutare.

E’ buona riforma quella che produce un miglioramento.

In politica democratica miglioramento significa il raggiungimento di un compromesso più elevato tra le forze sociali che compongono la comunità, al fine di realizzare un vantaggio sensibile per il maggior numero di cittadini possibile. Il compromesso politico trova poi concretizzazione in un complesso di norme che quel nuovo equilibrio rappresenta.

E’ evidente come qualsiasi cambiamento comprometta interessi tutelati dalla architettura normativa preesistente, frutto di un precedente e diverso compromesso.

E’altrettanto evidente che, al momento della stesura delle norme, le condizioni di forza e di debolezza presenti in quel dato momento storico vengono a galla.

Ciascuna categoria o corporazione o gruppo, che abbia coscienza della sua identità, lotta per il riconoscimento dell’importanza della funzione da sé svolta in seno alla società.

Come è agevole immaginare, non solo per la gloria, ma anche e soprattutto per garantire ai suoi membri prestigio e ricchezza.

Niente di grave. Normale dialettica storica, che esiste nonostante non sia più di moda.

Accade però che la società muti molto più velocemente del corpus giuridico che la regola.

lunedì 14 gennaio 2013

Novità 2013: migrazione a Disqus

Novità 2013: 

Lavori in corso sul sito. Restauro zona commenti con la migrazione a DISQUS.

 

Gentili lettori (e meno gentili), 


Stiamo aggiornando la nostra piattaforma, in modo che d'ora in avanti risulti maggiormente up to date e consenta migliori funzionalità e comodità, sia per gli utenti che per i gli autori/moderatori (a volte poco moderati).

lunedì 7 gennaio 2013

Lettera pannelliana al Presidente Monti: Corporeus corpora riceve e pubblica per estratto

"Soprattutto a questi, ai cuori."


Premessa: non siamo nè saremo mai organo di informazione del partito radicale. Cui ci lega lunga convergenza di opinioni, cultura e talvolta militanza. Ma non organica collaborazione.
Ne critichiamo sovente alcuni aspetti che ci paiono deteriori, sebbene per certi versi obbligati da un clima italiano tradizionalmente avverso all'approccio liberale, laico, razionale. E se non deteriori, di certo ben lontani dallo spirito dei tempi e dalle modalità comunicative ad essi connaturate.

Ad esempio è arduo esser d'accordo sul "mendicare" posti in parlamento presso una DC che prova a rinascere dalle sue ceneri. 
Nonostante la visita di Mario Monti a Marco Pannella in sciopero di fame e sete, nonostante questa sia forse l'unica possibilità per cui i radicali possano rivestire ancora quel ruolo insostituibile di "controllori" nelle patrie galere.
Da notare, comunque, che la proposta viene avanzata a tutte e tre "le coalizioni principali – per non dire consociate per concorrere (e insieme spartirsi) al bottino istituzionale" (sic!)
Non si tacci mai, pertanto, Marco Pannella di piaggeria. 
Ma, al limite, di alchimismo politico di prima forza.

N.B. Corporeus corpora non ha colorazione politica, propone dati, opinioni e ipotesi argomentate.
Su cui chiunque è liberissimo di esprimersi, senza con questo doversi continuamente trapassare il limiti della dignità altrui e dell'equilibrio. Gli autori, del resto, non hanno mai lesinato risposte ed attenzione alle obiezioni ed alle tesi dei commentatori. 
Come avviene in ben pochi altri luoghi internetici...

Il rotolamento verso la confusa caciara, l'invettiva (cui purtroppo noi stessi ci siamo occasionalmente lasciati andare) e la confutazione sterile, ci ha indotti ad un'alterazione del primevo e liberissimo protocollo di commento. 
Non ce ne vogliate, ma è parso necessario accostarci alla prassi della stragrande maggioranza dei siti di informazione, abbandonando la scelta "anarchica" che pure io, personalmente, preferivo. 


Qui a seguire una non autorizzata "riduzione" (per oggettive ragioni di consultabilità) della lettera aperta inviata da Pannella all'intero governo, incentrata soprattutto sull'argomento carceri, di cui i radicali e solo i radicali si occupano, nonostante il palese degrado del diritto, dell'umanità e della sicurezza che la condizione dei detenuti italiani innesca nelle loro vite come nelle nostre.

Nel più classico dei modi pannelliani, essa contiene una larga serie di spunti tanto intellettuali quanto pragmatici, come non se ne riscontrano eguali nell'attualità italiana. E capaci a nostro giudizio di rivestire interesse al di là delle vicende umane e politiche di ciascuno.

sabato 5 gennaio 2013

Domanda pubblica ai fondatori di Fermare il Declino

Per fermare il declino occorre coraggio...

Pubblico qui quanto postato oggi sul sito di "Fermare il declino", lista liberista e riformatrice di Oscar Giannino, del quale ci siamo occupati in precedenza e con simpatia, soprattutto nei post

Corporeus corpora è d'accordo con Corona: Oscar Giannino è megl'i'Pelè e soprattutto i'Saviano

 

Giannino a Taranto: niente "liberi e pensanti", tanti temi

 

Ovviamente si tratta di un intervento connesso ad un serrato dibattito che si è svolto nel tempo sul sito e quindi ha la forma del commento e della risposta. Testimonianza dialettica e politica, ne trovate qui l'intero svolgimento. 

 

Riassunto sull'ipotesi "radicale"(con commenti dei non pochi che l'hanno presa in considerazione) - Domanda ineludibile alla direzione ed ai fondatori:


No, Alessandro, non necessariamente Fermare il declino è contiguo alle ACLI ed a Sant'Egidio ed al figlio spurio di Gianni...
Posto qui, a memento, quel che ci siam detti in settimane sui radicali e la realtà della contiguità politica ed economica con quel partito:
Prima una mia nota accorata, su quel che mi pare si agiti in FilD, che fa da apertura a quel che segue...

FilD è un movimento che comunica grande aspettativa rivoluzionaria alla sua base, ma ritiene che tale rivoluzione la possano e debbano fare dei “moderati”.
Gente un po’ salottiera, vicina a CONFINDUSTRIA, legata a doppio filo col sistema marcissimo economico della nazione, che paradossalmente FilD combatte e denigra.
La massima esibizione di tale contraddizione è stato il criterio curriculare per le candidature … ma se diciamo che la nazione è in violento declino, possiamo fidarci della selezione fatta da questo ambiente in declino per proporre gli alfieri del superamento del declino?
Suvvia, qui siamo all’Organon di Aristotele …
Le candidature pertanto occhieggiano all’establishment, al tempo stesso velleitariamente proponendo istanze di forte cambiamento. Con questo non insinuo vi sia malafede, solo un non voler portare alle naturali, logiche e necessariamente estreme conclusioni il discorso che si è voluto fare.