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mercoledì 23 gennaio 2013

ILVA: dal Sole24ore finalmente un'analisi lucida, firmata Paolo Bricco

Taranto: le zone in nero, destinate ad attività di grande impatto ambientale

Mentre Clini porge inutile visita alla città di Taranto, confinato ormai da giorni alle petizioni di principio, postiamo qui una parte dell'articolo apparso su Sole24ore, a firma di Paolo Bricco.

La Storia insegna così ...


Finalmente il più importante giornale economico finanziario d'Italia affronta la questione ILVA con onestà intellettuale e cifre credibili. Cosa sinora mancata, essendo più volte caduta la scelta redazionale sulla propaganda e la negazione del problema, strade certamente più agevoli, ma assolutamente inadatte alla realtà ed al corso degli eventi. Come i fatti hanno dimostrato.

Alcune di quelle cifre, ad esempio la situazione debitoria di ILVA, vi erano state anticipate e documentate da Corporeus corpora
Ma l'articolo di Bricco ne raccoglie davvero tante e le compone in un insostituibile sguardo di insieme, definendole in relazione alle numerose problematiche aperte dalla crisi del grande stabilimento siderurgico.
Ovviamente secondo il taglio del Sole24, che è quello della tutela dell'azienda e dell'economia italiana, di cui la prima costituisce ganglio importantissimo.
Piuttosto che la tutela della salute, dell'ambiente, del diritto, della qualità della vita.

Abbiamo qualcosa da aggiungere in proposito, ma prima leggiamo per estratto (l'articolo completo, che merita grande attenzione, lo trovate qui):

Dall'ILVA rischio contagio per il paese

Prima l'acciaieria di Taranto. Poi tutto il gruppo Riva. Quindi, l'economia italiana. L'Ilva è un gigantesco organismo industriale che sta sperimentando una paralisi produttiva, una asfissia finanziaria e una acefalia strategica. Da Taranto, potrebbero presto originarsi cerchi concentrici in grado di sommergere un bel pezzo di Paese.


martedì 16 ottobre 2012

Da "il Trilione" notizie importanti per gli appassionati di economia

G-20 / Lasciate che cada!! - Nessuno stimolo

"Se gli asset delle banche Usa sono pari all'80% del Pil del Paese, quelle dell'Unione europea sono 3,5 volte il Pil"

da il Trilione

Non sono in grado di cogliere appieno le implicazioni (forse qualcuna...), ma una lettura del breve post è un must.
Le domande che là pongo sono:
Ma gli asset delle banche europee, pari a 3,5 volte il PIL di Eurolandia, in che percentuale sono immobili? E partecipazioni azionarie? Quanto è rendita, quanto finanza, quanto economia reale?
In che modo potremmo far confusione?
Dobbiamo davvero aspettarci un default dell'Eurozona e da lì un effetto domino travolgente?
Se c'è qualcuno che può contribuire alla discussione, per quanto tecnica, è cosa graditissima.