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Taranto: le zone in nero, destinate ad attività di grande impatto ambientale |
Mentre Clini porge inutile visita alla città di Taranto, confinato ormai da giorni alle petizioni di principio, postiamo qui una parte dell'articolo apparso su Sole24ore, a firma di Paolo Bricco.
La Storia insegna così ...
Finalmente il più importante giornale economico finanziario d'Italia affronta la questione ILVA con onestà intellettuale e cifre credibili. Cosa sinora mancata, essendo più volte caduta la scelta redazionale sulla propaganda e la negazione del problema, strade certamente più agevoli, ma assolutamente inadatte alla realtà ed al corso degli eventi. Come i fatti hanno dimostrato.
Alcune di quelle cifre, ad esempio la situazione debitoria di ILVA, vi erano state anticipate e documentate da Corporeus corpora.
Ma l'articolo di Bricco ne raccoglie davvero tante e le compone in un insostituibile sguardo di insieme, definendole in relazione alle numerose problematiche aperte dalla crisi del grande stabilimento siderurgico.
Ovviamente secondo il taglio del Sole24, che è quello della tutela dell'azienda e dell'economia italiana, di cui la prima costituisce ganglio importantissimo.
Piuttosto che la tutela della salute, dell'ambiente, del diritto, della qualità della vita.
Piuttosto che la tutela della salute, dell'ambiente, del diritto, della qualità della vita.
Abbiamo qualcosa da aggiungere in proposito, ma prima leggiamo per estratto (l'articolo completo, che merita grande attenzione, lo trovate qui):
Dall'ILVA rischio contagio per il paese
Prima l'acciaieria di Taranto. Poi tutto il gruppo Riva. Quindi, l'economia italiana. L'Ilva è un gigantesco organismo industriale che sta sperimentando una paralisi produttiva, una asfissia finanziaria e una acefalia strategica. Da Taranto, potrebbero presto originarsi cerchi concentrici in grado di sommergere un bel pezzo di Paese.