sabato 27 ottobre 2012

Giannino a Taranto: niente "liberi e pensanti", tanti temi

Oscar Giannino con movenze da toreador, nella plaza de toros tarantina

Oscar Giannino oggi è in giro per la Puglia. E' passato stamane da Taranto, alla camera di commercio, di fronte a buon pubblico. 

Qualche correzione di tiro sulla precedente impostazione, espressa in Chicago Blog.

Poca politica, molta economia. Tanta Ilva. Un Grillo siciliano a due cifre?

     (foto Corporeus corpora)

Secondo Giannino la dismissione dell'ILVA è un fatto sistemico di grande portata, dalle conseguenze gravi per l'intera pianificazione industriale italiana ed europea. Fin qui, nihil novi.
Ma la posizione nei confronti della famiglia Riva, delle risultanze sanitarie e del sacrificio di una popolazione, è risultata ben più sfumata e meno ricca di "certezze": a suo dire non è possibile sostenere che la competitività del siderurgico sia dovuta esclusivamente al "dumping ambientale" in violazione di legge, ma certamente la situazione, nelle parole odierne, riscopre una complessità di problemi e soluzioni sinora non intravista e preferita alla precedente, più netta e a nostro parere semplicistica. Non foss'altro che per carenza, all'epoca, di informazione pluralista.
Arrivo in sala, di broccato
Per Giannino resta indesiderabile la chiusura dello stabilimento, senza dubbio... ammette però che si può provare a trovare il bandolo della matassa ingarbugliatissima solo con l'impegno immediato e fattivo (a iniziare dall'identificazione di grandi risorse nell'immediato) dell'azienda e dello Stato... ma subito dopo dell'Europa, che dovrebbe immaginare una nuova politica dell'acciaio, come si fece nel primo e secondo dopoguerra.

Il ruolo della magistratura, pur in una dimensione che solo l'inettitudine della classe politica locale ha potuto consegnarle, non risulta più sopra le righe. Nè si è più sostenuto che le emissioni siano state drasticamente ridotte negli ultimi anni e che pertanto il sequestro giungerebbe anacronistico.
Ne prendiamo atto con soddisfazione, in quanto già in passato (dopo l'endorsement di Luglio) avevamo provato a chiarire come quanto da lui affermato di getto, il primo agosto 2012 su Chicago blog, fosse assai affrettato, proprio su questi punti qualificanti.
E ci era spiaciuta la sua presenza al solo Taranto Finanza forum, in resort isolato a 5 stelle, nei giorni caldi del sequestro ILVA, invece che anche fra la gente e nel vivo della città.
Vi diamo un esempio della solita ottima divulgazione economica liberista del bravo Oscar, tenuta in loco. E della solita plateaccia provinciale simil jet set :


Con Martucci del Quotidiano
Si è fatta sentire l'assenza del "comitato cittadini liberi e pensanti", che a detta dell'organizzatore 
dell'evento, afferente al neonato movimento politico "Fermare il declino", ha avuto posizioni disomogenee ed alternate, passando dall'adesione all'incontro al diniego a prendervi parte.
Contrariamente all'adesione, del diniego vi sono tracce precise sulla rete. Da facebook:

27 ottobre: smentiamo fermamente la nostra presenza ad un incontro che si terrà alla Subfor. Noi non ci saremo, speriamo che si provveda immediatamente a correggere quanto riportato su Fermare il declino al fine di evitare spiacevoli conseguenze.
Possiamo immaginare le ragioni, ma non le conosciamo. 
Ci farebbe assai piacere conoscere il perchè del rifiuto, così netto. 
Ancora di più ci piacerebbe sapere cosa e chi ha portato a questo "disguido" e se sono vere le affermazioni fatte in sala in merito alla vicenda.
Nel frattempo, ci permettiamo solo di dire che, in genere, contribuire ai dibattiti a cui si viene invitati, quali rappresentanti qualificati di una città, sarebbe cosa buona e giusta. Fosse anche il diavolo ad invitare. Il diavolo, infatti, ne sa molte. Moltissime in più dei tarantini, questo è sicuro.

La collocazione di "Fermare il declino" nello scenario politico italiano non è stata affrontata. 
Tipica gestualità
Hanno avuto la meglio le questioni economiche, nazionali e locali: il ruolo della burocrazia, che quasi sopraffà la dimensione parlamentare, a cominciare dalla ragioneria dello Stato; la diffusa incompetenza all'interno delle Regioni, ad esempio per la stesura dei progetti europei; l'importanza del manifatturiero nel PIL nazionale; la bolla immobiliare, gestita sinora dalle grandi menzogne bancarie, che ha però un limite di rottura, da cui non siamo affatto lontani... e così via. 
Sono emerse le difficoltà causate allo sviluppo portuale (che tanto interesserebbe Taranto) dalla scadente logistica dei trasporti. In primis di Ferrovie dello Stato, grande percettore di finanziamenti pubblici, che si avvita nelle incomprensioni tra dirigenza ed enti pubblici, per via di una non corretta individuazione politica delle priorità e dei mezzi per sostenerle.
In seguito alle dichiarazioni e domande provenienti dalla platea, rivolte a descrivere approfonditamente (ma a tinte fosche) la singolare situazione locale, Oscar Giannino ha voluto sottolineare come la fiducia nel futuro non possa e non debba venir meno. 
L'unica alternativa essendo l'abbandono definitivo di una nazione che ha già il tarlo endemico del tasso demografico più basso del mondo, tale da ridurre la popolazione di un terzo nel giro di pochi decenni. 
Pena insomma la fine del bel paese, che già non siamo più...
E che tale fiducia possa trovare appiglio nelle prossime elezioni siciliane, a cui ha attribuito un sicuro ruolo precursore. Biasimando la coalizione cattolica-pd che ha in Rosario Crocetta (nomen omen, diremmo...) il suo candidato, in quanto portatrice di interessi ascrivibili all'ex presidente Lombardo, nelle parole di Giannino "responsabile della più grande spoliazione nella storia moderna dell'isola", ha dichiarato di credere ad un Grillo a due cifre. A breve sapremo se fu buon profeta...
Qualche notazione autobiografica, anche difficile, che non riportiamo per esplicita (e comprensibile) richiesta, completa il quadro di quanto si è detto nelle due ore di incontro, moderato da Oronzo Martucci del quotidiano, che pare sia nelle intenzioni di "Fermare il declino" ripetere a breve.
Insomma un Oscar Giannino meno accademia e più empatia che non è affatto dispiaciuto, considerato l'ingrato compito politico prefissosi. 
Ci è parso assai meglio del Renzi di un mese fa, infinitamente più sfuggevole ed istrionico. 
Del quale forse parleremo ancora.


P.s. Non posso trattenermi da citare il Crocetta, irresistibile:
  ‘Se dovessi diventare presidente della Regione Sicilia dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia, le siciliane e i siciliani. Guidare la cosa pubblica è come entrare in un convento e non ho neanche più l’età per certe scorribande‘.

Inarrivabile comicità. Gli auguriamo di cuore, invece, di proseguire con le sue scorribande fino alla fine. E di lasciar stare i conventi. Già pieni di politici incontinenti, da Lusi a Marrazzo.