giovedì 20 settembre 2012

Nuovi sviluppi

Cari amici,

in questo periodo grandi argomenti hanno attraversato l'attualità. Sull'Ilva sono arrivati commentatori a decine, anche i grandi giornali. Hanno anallizzato l'esito dell'ultimo riesame, i dati epidemiologici e chimici, le nuove tecnologie siderurgiche.





Su Wikileaks e libertà di stampa, Inglesi e americani hanno, nell'ordine, minacciato di violare un'ambasciata e di tagliare i rapporti commerciali con il paese che ha concesso asilo a un imputato di stupro (recentemente sul preservativo fornito da una delle vittime non sono state trovate tracce genetiche dell'imputato).

Su Facebook il Dalai Lama ha scritto che probabilmente il pensiero religioso è da rivedere in toto in quanto avrebbe mostrato la sua inadeguatezza. In questo articolo si teorizza che siccome il Lama è avvezzo ad argomentazioni di natura neuro-cognitiva, che gli piacciono, potrebbe esser stato influenzato dal pensiero di un neuroscienziato anglofono, ateo militante.

Ad un artista italiano è stato diagnosticato un cancro al cervello e lui ha preso la cartella clinica con tutti i referti (raggi, tac e quant'altro) e ha pubblicato tutto su un sito web in formato accessibile, perché la comunità, clinica e no, possa partecipare al suo percorso.

Insomma ci sarebbe stato da lavorare, in questi giorni di dilenzio.

Invece noi di Corporeus Corpora abbiamo scritto cose piccole, controverse e abbiamo litigato in pubblico.

Faccio ammenda.

Io e l'abate abbiamo attitudini diverse, come avete potuto constatare, e, complice il suo allontanamento dal quartier generale, non siamo stati capaci di gestire opportunamente la "squadra".

A lui se non pubblichiamo una cosa al giorno e calano le visite gli viene l'ansia, identifica la cosa con decadenza e mancanza di professionalità.

Per cui pur di scrivere scrive che i neri sono oggettivante più grossi e che le penne rosa non sono offensive.

Ha, insomma, i riflessi dell'editoria tradizionale, nell'ambiente della quale si è formato.  E la stampa tradizionale, notoriamente, nello stanco periodo di chiusura agostana, scrive "notizie" di dubbio interesse e di dubbia fondatezza.

Io, d'altra parte, sono umorale, scrivo solo se ispirato (o sollecitato) e come mostrano le questioni citate in apertura, neanche i quel caso. Non mi basta che la notizia sia presente, mi serve che qualcuno mi raggiunga per bere con me il caffé e discuterla di persona.

Questo se non altro sgombra il campo dagli equivoci sulla natura di questa pubblicazione. Siamo diversi dalla stampa mainstream anche esoprattutto nel processo che implementiamo.

Che vi devo dire, amici lettori ? Sono umorale e meterepatico e il cambio stagione è un periodo difficile. Siate comprensivi.

Adesso, se non vi spiace, passerei a quel che mi preme al momento e per cui mi son risolto a scrivere.

Voglio presentarvi questo progetto.

E' una luce per bicicletta non comune.

Non ha batterie, è una dinamo, ma una dinamo che non richiede contatto con la ruota. In virtù delle divolerie della fisica dell'elettromagnetismo, questo marchingegno produce corrente elettrica e accende una potente luce a led in virtù della sola prossimità con la ruota che gira.

Quindi non subisce usura meccanica, non fa attrito e non richiede batterie (inquinanti).

Vi invitiamo a visitare la pagina del sito che ospita il progetto, vi troverete fra l'altro un filmato che vale più di mille parole.

L'inclusione in altre pagine non è esplicitamente prevista per cui per includerlo qui dovrei dedicare alla cose più energie di quante non siano nella mia disponibilità al momento.
Siamo ancora in tarda estate, dopotutto.

L'inventore dichiara che per rendere il prezzo accessibile è necessario acquistare in blocco una certa quantità di magneti e altri materiali per la costruzione, ragione per la quale chiede contributi a chi voglia contribuire al progetto. Dopo che sarà partito, grazie ai contributi così ricevuti, potrà continuare da solo, sulle sue gambe.

L'autore si prefiggeva di raccogliere 50.000 dollari e al momento in cui scrivo ha raggiunto i 76.000 e rotti.

Noi di Corporeus Corpora vi invitiamo a considerare la contribuzione. Non si tratta solo di una luce. Si tratta di un modo di procedere, una ipotesi di comciliazione fra aria aperta e tecnologia.

Forse è una risposta a "Lo Zen e L'arte della Manutenzione della Motocicletta"

Oltre alla soluzione di un problema consolidato e riconosciuto che da sempre funesta gli onesti tentativi di svago  dei ciclisti.

Se invece vi piacciono cose più essenziali e che illuminano anche a bassa velocità o a bici ferma, siamo in grado di suggerirvi un altro progetto, mirabile.

Anche in questo caso si tratta della richiesta a chi volesse di finanziare l'avviamento o, come dicono i nostri amici anglofoni, lo start up.

Ma ho la sensazione che questo secondo progetto sia in una fase più avanzata per cui probabilmemente potrebbe riuscirvi di comprarlo.

Anche questa è una luce per biciclette, più tradizionalmente a batteria, ma che si attacca alla bici con un forte magnete. Si attacca e stacca con un gesto.

Senza viti, leve, fibbie, cinghie. Assolutamente liberatorio. Per non parlare  del rispetto per l'integrità del design della vostra amata bicicletta.


Speriamo, con questi impagabili suggerimenti, di aver fatto ammenda delle prestazioni non entusiasmanti dei giorni precedenti.



1 commento:

  1. Non è una testata giornalistica quindi potete permettervi di scrivere o non scrivere a seconda di come vi gira e soprattutto non dovete dare un resoconto dei fatti del giorno ma potete scegliere di cosa discutere. E' una gran libertà alla fine. Vero è che una certa continuità fa piacere a chi legge ma non è certo obbligatoria da parte vostra. Però anche le notizie apparentemente più banali possano poi sfociare in discussioni interessanti come abbiamo visto un blog a differenza di una testata giornalistica deve condividere opinioni e far parlare i lettori e spesso il punto di partenza può essere anche una notizia meno rilevante del solito
    Riguardo all'oggett ospecifico del post direi di grande itneresse per gli amanti della bicicletta e non solo
    Marco

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