Questo l'augusto consesso di autorità... |
L'Italia è un paese amministrato da vecchi tromboni, arroccati sulle loro sedie da decenni, i quali ormai avvertono a pelle la sfiducia che li circonda, loro come qualsiasi altra carica dello Stato più squalificato d'Europa (vedi statistiche). In quanto evidentemente corresponsabili dello sfascio nazionale, nello specifico di una situazione allucinante e di lunghissimo periodo, quella dei rifiuti tossici bruciati in Campania quotidianamente.
Tutte gerarchia e compunzione, a fronte degli scempi continui che avvengono nei luoghi ove essi stessi esercitano le più svariate forme d'autorità, queste personalità finiscono per reagire a quello che considerano un abbassamento del loro "prestigio".
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...questi i luoghi ove quelle autorità esercitano la loro autorità |
Rinchiusi nei loro castelli di carte e protocollo, mal vivono le interazioni con la popolazione di cui sono servitori, per giuramento. Ma la loro reazione ad un clima di insoddisfazione, per fondati motivi, non è mai nel merito, il merito essendo porre fine agli abusi contestati dai cittadini mediante un serio utilizzo della loro autorità, magari facendo ammenda di un passato poco "dinamico"... essi reagiscono infatti solo in forma e pro forma.
Mi colpisce anche il quadro alle spalle dell'illustre tavolata... forse nei palazzi governativi sono ancora persuasi che il territorio campano sia ancora quello effigiato dai pittori barocchi...
Nel caso in specie, che troverete in video in fondo alla pagina, è anche possibile che al prete anti roghi, come chiamano il caivatese don Maurizio Patriciello, sfugga il titolo dovuto per lapsus freudiano, magari proprio perchè non riconosce dentro sè alla signora in questione quell'appellativo prestigioso, teorico sinonimo di rigore e senso dello Stato...
Può essere insomma che la consideri solo formalmente tale e non nella sostanza...
Forse a causa dei problemi gravissimi e delle mancate reazioni ad essi, che egli è intento a stigmatizzare di fronte quell'augusto consesso... è possibile insomma che la reazione stizzita dell'altro prefetto sia dovuta alla percezione di questo feeling ... ma tirar fuori con tale veeemenza una questione formale così sottodimensionata ai fatti tremendi oggetto della descrizione del sacerdote è davvero non vedere la luna ma badare solo ed esclusivamente al dito.Può essere insomma che la consideri solo formalmente tale e non nella sostanza...
Il rispetto istituzionale lo si guadagna anche sul campo. Non basta il titolo, il concorso, la scrivania.
Quelli, lasciati a loro stessi, sono solo carta.
E di presidenti regionali di carta, di ministri di carta, di imprenditori di carta, di magistrati di carta, di finanzieri di carta, di legali di carta, di commercialisti di carta, di generali di carta, di prefetti di carta ne abbiamo abbastanza: anche perchè carta producono, ma non di carta vivono.
Lo scambio mi sembra impari.
Uno Stato di carta con funzionari di carta dovrebbe ricevere tasse di carte e fornire pistole di carta ai suoi agenti di carta, per mantenere il suo ordine, che è ordine sulla carta. Ahimè non è così.
Apprestiamoci alla visione di una questione d'etichetta, quanto mai
inopportuna nel contesto (stile "hanno fame? dategli le brioches..."), contestata per
sovrammercato in italiano maccheronico ("Se io la chiamarei 'signore' invece di reverendo, lei che direbbe?).... Alla carta più di tanto non possiamo chiedere.