Amici lettori,
già in precedenza avevo lamentato quella che ho vissuto come una caduta di stile di Corporeus Corpora.
Oggi ne lamento una nuova.
Il mio stimatissimo ed esimio collega e coautore l'Abate di Theleme, nel post immediatamente precedente a questo scrive:
Ora non riesco a non osservare come questo stesso stilema lo abbia adottato aprendo almeno un suo post sulla Siria e non so quanti sull'Ilva.Ci secca ripeterci, ma lo sapevamo da un pò...
Si dice di certi alti uffici pubblici che i titolari dovrebbero non solo essere, ma anche apparire imparziali, per cui anche questioni di stile, non sostanziali, rilevano, agli effetti della adeguatezza alla carica.
Io sento lo stesso per quando si scrive in pubblico. Aprire insistentemente autoincensandosi, sebbene a ragione, appare come una attitudine non esattamente di ambizione internazionale.
Rilevo fra l'altro che dopo l'endorsement di Corporeus Corpora alla iniziativa di Giannino, lo stesso ci gratificava con uscite infelici o se non altro disinformate sull'Ilva.
In quel caso da Corporeus Corpora non è uscito se non un cenno.
E' vero che in privato l'abate mi aveva invitato a esprimermi in merito su Corporeus Corpora anche avvalendomi dei suoi interventi nei commenti agli scritti lì pubblicati e io non sono intervenuto per pigrizia.
Del resto se l'urgenza era stata sufficiente all'endorsement e non lo è stata alla distanziamento da Giannino sull'Ilva, la pigrizia non è stata solo mia.
Giorgio Gaber cantava
"benvenuto il luogo dove ... il piacere di sentirsi soli è così antico"
Ma siccome ormai dispero di poter fare qualcosa per lo stile di Corporeus Corpora, gravemente compromesso ormai, mi assumo la responsabilità di un intervento autocelebrativo, autoreferenziale, che non aggiunge sostanzialmente niente a quanto già scritto.
Serve piuttosto alla mia autogratificazione e voi, cari lettori, siete la carne da cannone di questa bassa operazione.
Perché insomma io sono fatto di carne e la mia quotidianità è di qualche tacca inferiore a quella degli ambienti internazionali ai quali nemmeno ambisco, per disperazione più che altro.
Giorni fa, in un mio intervento precedente, avevo accennato alla posizione a mio avviso dissennata del ministro Clini e della cultura vetero industrialista da egli rappresentata sulle trivellazioni petrolifere al largo della Sicilia.
La frase era stata
Massì, distruggiamo la costa siciliana per una risorsa in esaurimento. Perché è chiaro che è questa la scelta pragmatica.
Come vedete era stato davvero solo un cenno.
Poco dopo, per puro caso, mi sono imbattuto in un articolo che in maniera ben più autorevole della mia e ben più estesa, confortava il mio argomento.
Il mio argomento era che accanirsi sul petrolio, oggi che la fase discendente sembra iniziata, non è lungimirante.
L'insostenibilità di questa scelta è destinata a rivelarsi in un tempo prossimo. Forse non quanto quello della pensione del ministro Clini, ma della mia sicuramente.
Oggi noi che abbiamo una penisola nel mediterraneo dovremmo sfruttare il sole (la tecnologia per il quale, nel frattempo, ha elevato le rendite operative).
E che la capacità di approvvigionarsi al di fuori dal circuito tradizionale è una delle chavi della nuova geopolitica. Che potrebbe rendere meno importante la debacle della Libia.
Questo lo sostengo io, che sono un signor nessuno di provincia, ma insieme a me c'è nientepocodimeno che lo studioso americano Micheal Klare in un suo volume del 2008 intitolato "Rising Powers, Shrinking Planet: The New Geopolitics of Energy" ovvero "potenze emergenti, pianeta sempre più piccolo: la nuova geopolitica dell'energia"
Vi invito a leggere da soli questa fondamentale conferma alle mie argomentazioni. Ne sarò altamente gratificato.
Qui tengo solo a sottolineare che l'articolo a sua volta si proponeva come antitetico ad un altro articolo pubblicato dalla stessa testata.
In quest'altro articolo si sostiene, fra le altre cose, che l'Italia sarebbe l'unico paese europeo a manifetsare resistenza alle trivellazioni in mare.
E che l'approccio regolamentatorio europeo era stato pragmatico nel bilanciare costi e benefici e nel richiedere la miglior implementazione tecnica possibile.
Allora io osservo due cose.
La prima è che sono recenti le notizie di Shell e Gazprom che per quest'anno rinunciano alla ricerca di petrolio al polo nord. Non sarà in Europa, ma qualcosa vorrà pur dire.
La seconda è sulle norme e sulle cautele implementative.
La cokeria tedesca Schweigen di Duisburg della TyssenKrupp è stata commissionata nel 2003, è costata 800 milioni di euro ed è promossa come lo stato dell'arte delle cockerie.
La cockeria di Taranto è la stessa degli anni 60 ed emette sostanze cancerogene, genotossiche e progestiniche.
E le BAT (ovvero le best practices) valgono a poco.
Noi italiani abbiamo un problema antropologico di aderenza alle leggi scritte e di carloneria nel considerare i cittadini in quanto tali.
Il che priva di legittimità operazioni pericolose.
Un economista che prescinda da questo dato psicologico, secondo il mio modesto parere di provinciale frustrato e rancoroso, vale poco.
Ma del resto mi sono già permesso la mia autogratificazione strumentalizzando brutalmente i lettori, posso permettermi, a questo punto, ogni bassezza.
Ora vi lascio, cari lettori, alla vostra responsabilità della mia gratificazione.
Buona serata e voi e a me