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martedì 29 gennaio 2013

ILVA: quando gli esperti dimostrano inesperienza e parzialità ...

Corporeus corpora opina sull'opinione e analizza l'analisi di Giorgio Giva, pubblicata da First online

Ad intervalli alterni, qualcuno esprime sempre opinioni non argomentate.

Spieghiamo perchè...

 

Vediamo insieme cosa scrive Giorgio Giva. 

Anzi, vediamo chi è, in primis.


Nel 2012 Giorgio Giva risulta quale "responsabile dei rapporti istituzionali di FIAT auto".
Nel 2011 compare quale "responsabile nazionale delle relazioni industriali della FIAT".
Nel 2010 il medesimo Giva è ancora "responsabile dei rapporti istituzionali di FIAT auto", come potete leggere qui. Sul sole24.
Nel 2009, non sorprendentemente, egli è invece indicato quale" responsabile del personale", sempre per FIAT automobili. Questa volta dal sito dei Cobas.

Poichè lo scopo del discorso non è quello di introdurci nella vita professionale del dottor Giva, bensì di sapere come si collochi colui il quale si esprime come vedremo sulla vicenda ILVA, vicenda che ci sta a cuore sia per ragioni geografiche sia come simbolo del disastro nazionale (di cui non ci compiaciamo, ma desideriamo prendere atto al fine vi si faccia strutturalmente fronte), possiamo anche fermarci qui.
Diciamo che ci parrebbe uomo d'azienda, uomo FIAT. 
Più che genericamente "esperto di relazioni industriali e consulente del lavoro", titolo che spetta anche a chi insegni o abbia semplicemente superato un master specifico.
Non è certo un crimine avere cotanto curriculum, anzi... ma poichè sappiamo come sinora FIAT sia stata forse la principale cliente di ILVA per decenni, di certo il responsabile nazionale delle relazioni industriali avrà avuto buoni, se non ottimi, rapporti con la famiglia Riva ed il suo management...
E non solo. Rileggiamo un passaggio importante estratto dal testo di Paolo Bricco, cui abbiamo dedicato apposito post (e seguitissimo):

mercoledì 23 gennaio 2013

ILVA: dal Sole24ore finalmente un'analisi lucida, firmata Paolo Bricco

Taranto: le zone in nero, destinate ad attività di grande impatto ambientale

Mentre Clini porge inutile visita alla città di Taranto, confinato ormai da giorni alle petizioni di principio, postiamo qui una parte dell'articolo apparso su Sole24ore, a firma di Paolo Bricco.

La Storia insegna così ...


Finalmente il più importante giornale economico finanziario d'Italia affronta la questione ILVA con onestà intellettuale e cifre credibili. Cosa sinora mancata, essendo più volte caduta la scelta redazionale sulla propaganda e la negazione del problema, strade certamente più agevoli, ma assolutamente inadatte alla realtà ed al corso degli eventi. Come i fatti hanno dimostrato.

Alcune di quelle cifre, ad esempio la situazione debitoria di ILVA, vi erano state anticipate e documentate da Corporeus corpora
Ma l'articolo di Bricco ne raccoglie davvero tante e le compone in un insostituibile sguardo di insieme, definendole in relazione alle numerose problematiche aperte dalla crisi del grande stabilimento siderurgico.
Ovviamente secondo il taglio del Sole24, che è quello della tutela dell'azienda e dell'economia italiana, di cui la prima costituisce ganglio importantissimo.
Piuttosto che la tutela della salute, dell'ambiente, del diritto, della qualità della vita.

Abbiamo qualcosa da aggiungere in proposito, ma prima leggiamo per estratto (l'articolo completo, che merita grande attenzione, lo trovate qui):

Dall'ILVA rischio contagio per il paese

Prima l'acciaieria di Taranto. Poi tutto il gruppo Riva. Quindi, l'economia italiana. L'Ilva è un gigantesco organismo industriale che sta sperimentando una paralisi produttiva, una asfissia finanziaria e una acefalia strategica. Da Taranto, potrebbero presto originarsi cerchi concentrici in grado di sommergere un bel pezzo di Paese.


lunedì 20 agosto 2012

Importante contributo alla discussione: le opinioni del dr. Giorgio Assennato (ARPA puglia) e dell'on. Sisto, legale del perito Liberti

L'on. avv. Sisto
Il dr. prof. Assennato

Dibattito su Antenna Sud tra due protagonisti importanti della vicenda ILVA Taranto. Fate click!


Qui trovate le riprese di una trasmissione televisiva, tenuta in una rete locale, Antenna Sud.
Durante il dibattito emergono le posizioni delle parti in causa. E la "globalità" del problema.
Il legale fa sua, più che la difesa dell'assistito, la difesa delle necessità produttive connesse all'azienda. La cui chiusura non prende nemmeno un attimo in considerazione, in quanto sommo danno, "cura peggiore del male". Dimenticando che è stata data apertamente ai custodi giudiziali facoltà di decidere persino dello spegnimento. E che i mali in questione sono la morte e la malattia: non c'è molto di peggio. Tant'è che si ipotizzano gravi responsabilità penali della dirigenza ILVA.

Egli si scandalizza poi di fronte all'idea, rappresentata molto onestamente dal dr. Assennato (figura di assoluto rilievo nella vicenda), che in Italia non vi sia spazio per una governance politica decente dei problemi ambientali e che la magistratura sia spesso chiamata a riparare. 
Cosa di tutta evidenza, almeno in questa vicenda. Ma per il dr. Sisto è inaccettabile che così si dica, anzi si augura supplementi di perizia che possano fare l'unica cosa possibile per chi vuole a tutti i costi salvare l'ILVA: lo sconfessamento delle precedenti od il loro superamento.