giovedì 26 luglio 2012

Taranto, chiusura Ilva: in migliaia per strada, in pochi nei palazzi

Politici ed imprenditori di Stato (Moro, Colombo, Petrilli etc.) inaugurano l'Ilva nel 1964
Da circa mezz'ora l'accesso alla città, direzione BARI e REGGIO CALABRIA, è bloccato dalla protesta (che covava da giorni sotto la cenere) di migliaia di dipendenti della più grande acciaieria d'Europa, lo stabilimento ILVA di Taranto, un tempo appartenuto all'IRI e poi terminato, mediante giochini e giochetti, alla famiglia Riva.
Lavoratori atterriti all'idea di perdere lo stipendio. Forse sono previsti anche arresti, secondo il Sole24ore.  Il dubbio è adesso sciolto, i provvedimenti cautelari toccano Emilio Riva, suo figlio Nicola e altri dirigenti. Corrado Clini, immemore del suo essere ministro dell'ambiente e non dell'industria, assolutamente insoddisfatto di un atto giuridico che salvaguarda, comunque ed in primis, l'ambiente, il territorio, la salute (ovvero gli interessi che egli dovrebbe difendere per antonomasia) dichiara: "Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza". "Verrà affrontata l'emergenza per almeno 15.000 persone in seguito a iniziative della magistratura che sta procedendo al sequestro e a altre misure cautelari".
Come è possibile tutto questo?
Per decenni l'ILVA è stata responsabile di inquinamento e disastro ambientale, che i tarantini riconoscono non tramite aride rilevanze scientifiche, pure in questi ultimi anni apparse, ma per l'altissimo tasso di neoplasie e malattie respiratorie e per la realissima polvere sottile che ricopre interi quartieri della città, a perfetto ridosso del colosso industriale, capace di occupare una superficie più vasta dell'urbe stessa. Eppure nessuno ha pensato per tempo a che sorte dare allo stabilimento, alle possibili riconversioni, così come nessuno dei presenti sull'auto in foto pensò per tempo a cosa sarebbe stato di persone, campagne, mari, fiumi nel prossimo futuro. Tutto è stato abbandonato all'egoismo dei savonesi Riva, da un parte, ed alle scelte "obbligate"  della magistraura, risvegliatasi di colpo da un pluridecennale sonno al riguardo.
Giusto un'idea di cosa sia ILVA a Taranto - da "il Fatto quotidiano
La tragica scelta di collocare industrie pesanti come ILVA ed ENI in uno dei contesti geografici più incantevoli del mediterraneo, cantato sin nell'antichità dai grandi (Orazio, Virgilio, Properzio...), va ascritta al perverso patto DC-PC, a quel gioco sado-maso padrone-operaio, a quel disequilibrio nord-sud di cui Taranto è la massima espressione, fenomeni che hanno infarcito di sè stessi gli ultimi 50 anni di vita nazionale e che vieppiù ci precipitano al fondo.

Politici ed imprenditori di Stato: il ministro Clini (qui)...
Il ministro Clini, Il presidente Vendola, Il sindaco di Taranto Stefano, il neo direttore dello stabilimento Ferrante (prima prefetto, poi politicante), adesso riuniti a Roma di fronte allo sfascio, sono solo l'ultima serie di volti politici degni del peggior socialismo reale, dirigismo, clericalismo, statalismo, assistenzialismo che la storia Italsider-Ilva ci ha regalato. Sono perfettamente d'accordo con Giammario Leone (ed il suo articolo, molto dettagliato ed illuminante, a parte un'eccessiva fiducia nella magistratura, lo trovate qui)
Per questo Corporeus corpora ha voluto oggi e solo oggi mostrarvi in esclusiva la prima di quelle serie di volti e di mani (in pasta): quella che inaugurò lo stabilimento in pompa magna, un lontano 19 novembre 1964. Per terminare appunto con l'ultima, quella che cala il sipario, improvvida ed inetta. Nihil novi sub solis Italiae. 
...il sindaco Stefano e il presidente Vendola...
... il direttore ILVA Ferrante





2 commenti:

  1. Abate, ci sarebbe anche il dettaglio che secondo la Reuters ben 5 dirigenti sarebbero stati messi agli arresti domiciliari

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    1. Cato, se gentilmente volesse completare la notizia dell'ultimora con altri importanti dati o con le sue esperienze e vibrazioni personali, faccia pure... grazie...

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