venerdì 28 settembre 2012

Taranto: Come la pensano gli ambientalisti, utilizzando i dati del più recente studio "Sentieri"

Per le strade di Taranto ormai compaiono apertamente dati ed opinioni palesemente avverse alla grande industria: per decenni tutto ciò è stato più che taboo.

Nemmeno una settimana fa in pieno centro erano affissi i cartelloni che vedete. Vi suggeriamo di cliccare per ingrandire. Non vi deluderanno, ahinoi.

Le informazioni didascalizzate sono tratte dagli studi SIN-SENTIERI, più volte citati sul nostro sito.
Al di là di quel che si potrà dire c'è da tener conto che:
  • le cifre provengono in sostanza dallo stesso ministero della sanità, il cui ministro è singolarmente silente relativamente all' ILVA.
  • nessuno ha denunciato le associazioni presenti (donne per Taranto, Peacelink, etc.) per procurato allarme o dichiarazioni mendaci.

Non possiamo fare a meno di affiancarle alle dichiarazioni del ministro Clini e del dr. Ferrante.

Il primo, appena pochi giorni fa, rammentava come a Taranto non vi fosse nulla di particolarmente pericoloso o fuori dalla media, con le parole seguenti rivolte ad un giornalista:
"Non sa di che cosa parla […] I dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'Osservatorio Epidemiologico della Puglia dimostrano che questo eccesso di mortalità di cui si parla a Taranto non ha riscontro. C'è un eccesso di mortalità a Lecce superiore di quello che c'è a Taranto".
Sebbene egli stesso, nemmeno due mesi fa, concedeva in tutta onestà che Taranto non faceva al caso suo e nemmeno a quello dei suoi nipoti:



E' interessante notare come la posizione di Ferrante, espressa in queste ultime ore, ricalchi moltissimo l'opinione "leccese" del ministro:
 "Abbiamo in mano altre perizie sanitarie che raccontano una verita' diversa sull'emergenza salute per la zona di Taranto: sto ricevendo in questi giorni studi da personalita' della scienza" [...] "a Taranto non c'e' emergenza sanitaria" [...] "per questo sono rimasto amareggiato nel sentir definire 'sconcertante' il programma di un'azienda che non ha mai distribuito dividendi ma ha sempre reinvestito gli utili nel rinnovamento tecnologico anche in funzione ambientale".
Ora si sa, la scienza necessita di grandi controprove, di ampiezza di dati statistici, di metodo scientifico e di scienziati. Di questo abbiamo tra autori lungamente discusso in altre pagine e per ben altre tematiche, non commetteremmo mai errori così marchiani di coerenza: ciò che vale in generale vale anche in questo caso. 
Eppure le considerazioni di Clini e di Ferrante con la quotidianità di chi vive e lavora, soprattutto ai Tamburi e soprattutto all'ILVA, hanno poco a che fare... al di là di ciò posso solo aggiungere questo, oltre ai cartelloni qui riportati: esiste la fase del dibattimento, soggetta al Tribunale, che segue a quella preliminare ancora in corso, soggetta al GIP. Lì si vaglieranno in modo esaustivo le posizioni di accusa e difesa.
Ma esistono nell'ordinamento anche le misure cautelari, che procura chiede e GIP concede qualora decida non vi sia tempo da perdere nella salvaguardia del bene oggetto della tutela giuridica per cui vi è contenzioso.
E' precisamente questo il percorso intrapreso dalla dottoressa Todisco e dalla Procura tarantina, a fronte della documentazione scientifica e fattuale in suo possesso.
Vi diremo prossimamente perchè non riteniamo, peraltro, che il danno strutturale causato agli altiforni, oggetto della chiusura  per ragioni cautelari, sia irrecuperabile, come ministri e azienda sostengono da tempo.
Anche su questo aspetto, molto rilevante, può e deve comunque decidere solo la magistratura, che sinora, nonostante qualche passaggio controverso, ha ritenuto esattamente il contrario, così come sul danno continuo e rilevante alla salute della cittadinanza intera e sulla sua diretta derivazione da ILVA.
Nessun altro al momento ha il diritto di interferire. Almeno se la legge è davvero tale. 
Purtroppo in Italia si ha spesso ragioni di dubitarne.





2 commenti:

  1. Io ho ragione di dubitare di tante cose.... dov'era la magistratura in questi ultimi 30 anni? Dov'eravate tutti voi che ora con toni trionfalistici proclamate la vittoria dell'ambientalismo e l'annientamente dell'unica risorsa produttiva della zona? Dov'eravate negli ultimi 30 anni quando quegli stessi politici che hanno permesso tutto ciò li votavate .... (il "voi" non è rivolto a te nello specifico ovviamente). Insomma è una vittoria di Pirro, con questa decisione hanno perso tutti.

    Taranto non fa neppure al caso mio se è per questo e neppure nel mio più lontano pronipote ma neppure Genova Cornigliano o Sestri Ponente o mille altre realtà italiane. Smantelliamo l'Italia? Va benissimo ma fornitemi delle ALTERNATIVE perché per la maggior parte di quegli operai l'unica alternativa è morire di fame o suicidarsi perché non si ha da mettere in tavola per i figli o morire di cancro. E in tutti i casi non vedo una gran democrazia nello scegliere il modo in cui morire ma non quello in cui vivere.

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    1. Nessuno usa toni trionfalistici, non c'è alcuna vittoria.
      L'ILVA ha costruito la sua possibilità di stare sul mercato, anche da obsoleta, sull'acquiescenza delle forze politiche nazionali e locali, dei sindacati, degli enti di controllo, persino della malavita riguardo ai danni all'ambiente ed alla salute.
      Toccare quegli aspetti significa una rivoluzione copernicana che presuppone la ricostruzione dello stabilimento ed una nuova politica dell'acciaio per l'Italia.
      Ma nessuno sembra volerlo e per carenza di capitali d'avvio e per carenza di mercato.
      Ciò che accade oggi sarebbe accaduto comunque nei prossimi anni, molto prossimi.
      Tutti hanno dormito alla grossa, chi per pigrizia chi per tornaconto.
      In realtà tutti hanno pagato e continueranno a pagare. Il futuro resta un'incognita, così come l'ultimo provvedimento del GIP, che abbiamo grandi difficoltà a reperire in integro.
      Attendiamo appunto ulteriori informazioni prima di pubblicare.
      Grazie come sempre dell'attenzione.

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