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giovedì 5 luglio 2012

La grande vittoria del castagnaccio: un caso di tortomanzia applicata

 La giornata è stracarica di notizie rilevanti, sotto qualsiasi aspetto. Per non far torto a nessuna di esse e proseguendo idealmente l'excursus sull'eterno conflitto fra Yin e Yang già balenato nel post precedente, grazie ad una segnalazione rilevo l'esistenza in letteratura della dottoressa Bettina dal Bosco che, come ci dice il sito della Giunti (Uomini e torte, 2012),"vive e lavora in una nebbiosa regione del nord. Laureata in filosofia, si è occupata di cinema, letteratura e filosofia su riviste di settore. È traduttrice, autrice e copywriter. Vive con un Castagnaccio Doc e non ha intenzione di barattarlo."
Castagnaccio, si, avete letto bene... Bettina è la fondatrice di una pseudoscienza divinatoria, alla maniera di Jodorowsky, ma molto più dolce e confortante (almeno per una metà del mondo): la tortomanzia.
Per lei, bontà sua, L'universo maschile è "Una gigantesca pasticceria traboccante di delizie ma irta di pericoli".
L'autrice ci guida in questa boutique pasticcera attraverso numerosi tipi di maschio, identificati con alcuni dolci archetipici, sorta di enneagramma al glucosio: possiamo immaginarne l'aria appetente quando sbircia nelle vetrine e pondera con attenzione i pro ed i contro di ciascuno, mentre il suo indice da cannibale sfiora la sommità pannosa, velata, glassata di ciascuno, asportando un'anticchia di conturbante piacevolezza.
Vanity Fair, nella sua profondissima superficialità (o superficialissima profondità), ci consente di conoscerne alcuni, come golosa anticipazione: 
  • L'uomo al cucchiaio
  • L'uomo Saint Honorè
  • Il Millefoglie
  • Il Profiterole
  • Il Castagnaccio
  • Il Margherito
  • Il Sacher

mercoledì 4 luglio 2012

"Dopo l'infinito che c'è, papà Mario?" "Dopo boh, prima una bella Fico..."


Da "Dopo l'infinito che c'è, papà?"(Stefano Zecchi, Mondadori, 2012) :
 C’è però un luogo pubblico in cui si riconosce immediatamente il mammo: il supermercato. È impossibile non identificarlo:lo vedete un po’ curvo spingere faticosamente il carrello della spesa come il condannato ai lavori forzati spinge la carriola piena di pietre che ha appena finito di spaccare con le sue nude mani. Davanti a lui la mogliemadre impettita, sicura di sé, incede con passo ardimentoso, afferrando dallo scaffale di destra il pacco di pannolini, da quello di sinistra la confezione di omogeneizzati. Li getta nel carrello senza neppure voltarsi per vedere dove vanno a finire, perché tanto sa che il marito è esattamente un passo dietro a lei. Il mammo procede spingendo il carrello pesante, con lo sguardo vago, assente. Voi credete che stia sognando spiagge caraibiche, palmeti, mari cristallini, ragazze in costume adamitico… No. Lui sta sognando l’ufficio. Quello è il suo regno! I colleghi, i dipendenti, il principale, discussioni, liti, decisioni, in cui la moglie non può ficcare il naso.
Di Stefano Zecchi, conosciuto tanti anni fa in qualche serata alla Costanzo, ho sempre avuto una certa stima, salvo che per qualche pindarico lirismo, evidentemente superato con l'età.
Mi riprometto di leggere il testo per intero: avvalora una teoria che vado sviluppando da anni e che inizia, per vie traverse, ad affacciarsi sulla scena occidentale. Essa presume di spiegare, per sommicapi e senza concessioni al politically correct, come si sia giunti alla concezione attuale di famiglia e dei rapporti uomo - donna - bambino in essa incardinati. 
Ma dopo gli ultimi gossip, gridati in ogni orecchio, questa citazione mi fa venire in mente solo Balotelli... 
Me lo vedo sognare il suo allenamento, i coetanei e colleghi, la doccia in spogliatoio dove nessuno può metter piede, men che mai mogli e concubine... lo immagino un po' curvo, a spingere faticosamente il carrello della spesa, mentre la Fico afferra i pannolini. Oppure con medesima espressione stranita, vaga assente, portare a zonzo il pargolo caffelatte per le vie della città... 
Curvo, affaticato, assente (come tanti che ogni giorno vediamo per strada nella medesima situazione)... Ma non vi ricorda per caso il Balotelli della finale con la Spagna, piuttosto che quello della zampata alla Germania?
La questione è intricata, ma dipanarla interessa sicuramente sia a me che a Zecchi, almeno.