sabato 22 settembre 2012

Che fare della tecnologia: i supereroi della porta accanto saranno superfelici?? Forse no...

Silver Surfer, l'eroe dalla supervista spaziotemporale, non sarà più solo...

A giudicare dall'Italia le cui forze militari nell'esperienza quotidiana non fanno di certo pensare a nulla di super (pur con alcune significative eccezioni), quel che leggerete qui è pura fantascienza. 

Ma se invece le cose le osserviamo dagli States, la nazione dei droni e di Echelon, il discorso cambia e non saremo noi a mutare di una virgola il corso della storia militare americana. Una storia che spesso, grazie ad una provvidenziale eterogenesi dei fini, ha anche regalato al mondo meraviglie assolute. Tra cui il mezzo che uso ora per scrivere queste parole e proporle a voi. 

Forse qualche osservazione sulle notizie che seguono possiamo però farla.

 Nel 2005 Il corriere della sera online pubblicava il seguente testo:

Tra il maggio del 2000 e il 30 settembre del 2003 ben 16.111 soldati americani sono stati operati agli occhi per migliorare la loro acuità visiva. Perché? Nella rivista dell' Accademia americana di Oftalmologia sono usciti quest' anno due lavori, firmati da medici dell' Us Army, che spiegano gli obiettivi e i risultati ottenuti nell' ambito del Programma di chirurgia refrattiva per i militari dell' esercito Usa (Wresp). Primo obiettivo: ridurre rischi e limiti dell' uso di occhiali in guerra. Le lenti a contatto sono vietate: sabbia, vento e aria secca le sconsigliano. I disturbi corretti: miopia, astigmatismo, ipermetropia. Per quanto riguarda i rischi, il 16 per cento delle ferite in guerra riguardano gli occhi. «Se si hanno gli occhiali - spiega Lucio Buratto, presidente dell' Associazione italiana di chirurgia della cataratta e refrattiva - non si possono usare i nuovi sistemi protettivi come gli occhiali in policarbonato o i caschi ipertecnologici di truppe speciali e piloti di elicottero». Il secondo obiettivo era «ottimizzare i risultati in battaglia». Ed ecco che i medici militari americani parlano di prontezza di riflessi aumentata e di nessuna difficoltà visiva durante la notte. «Precisazione obbligata - dice Buratto - perché la correzione della miopia con il laser crea qualche problema notturno. Di fronte a una luce improvvisa l' attimo di momentanea cecità è maggiore rispetto ai non operati».[...] I risultati del programma Wresp hanno richiamato l' attenzione delle alte sfere militari, del Pentagono. Si è affacciata l' idea della supervista. Migliorare di 3-4 decimi la vista di chi ha già 10 decimi: ideale per piloti o cecchini. Possibile? «In teoria - commenta Buratto - non nella realtà: si è ottenuto un miglioramento di 1-2 decimi al massimo». Non ancora sufficiente.

7 anni dopo, precisamente nel 2012, possiamo leggere ciò, pubblicato nella sezione medicina e salute di mondoinformazione. Un nome ritornerà, quello del professor Buratto:


Si chiama US Navy Refractive Surgery Program, il nuovo programma dell’ “ultravista”. Il suo direttore, David Tanzer, è un chirurgo, ma anche un comandante della Marina militare americana. Tanzer ha diretto la ricerca operando con il laser Lasik circa 1000 piloti dell’Aeronautica e 230 mila soldati della US Army. Il 98,2% degli operati ha dichiarato di essere soddisfatto.

La ricerca per l’ “ultravista” ha permesso di operare militari americani senza alcun problema visivo, quindi con 10/10, donando loro la vista di 15/10. L’intervento consente di dare la vista d’aquila o da predatore notturno, permettendo di vedere una mosca a 9 metri di distanza, invece di 6 metri a cui la vedrebbe una persona normale con 10/10.

Più di 10 anni fa, la prima persona ad essere stata operata e ad aver ottenuto l’ “ultravista”, è stato un pilota. Il pilota ha dichiarato di essere soddisfatto, commentando così il nuovo stato della sua vista: «L’intervento non solo mi ha tolto gli occhiali, ma ha migliorato le mie capacità di vedere il ponte della nave e di individuare le luci di atterraggio».

Lucio Buratto, chirurgo refrattivo milanese del Centro Ambrosiano, commenta così la ricerca sull’ “ultravista”: “In tutte le professioni, o quasi, avere una buona acuità visiva è importante per poter svolgerle bene, con precisione, senza fatica e in sicurezza. Ma per certe categorie di persone avere una vista acuta e di buona qualità è più importante che per altre… Chi affiderebbe il proprio figliolo a un autista di scuolabus che non vede bene? Chi si affiderebbe a un chirurgo super miope? Chi salirebbe su un aereo se sapesse che il pilota vede male?“
Fino a qualche anno fa si pensava all'elmetto high tech da battaglia, munito di supervista, infrarossi, puntatore ed ogni altro ben di Dio... certamente più costoso, ingombrante e scomodo dell'alterazione permanente dell'occhio umano che qui consideriamo. Ma anche riponibile nel cassetto, quando non in missione nelle giungle tropicali o nelle notti dei deserti africani. Non è cosa da poco.
Come abbiamo potuto scoprire dai testi presentati, in nemmeno 10 anni si è è preferita la strada della correzione oculare: all'inizio portando a 10 diottrie chi non ne disponeva, come pure è accaduto nella vita civile a milioni di persone, nonostante qualche incertezza sugli esiti.
Poi le perplessità del dottor Buratto, legate ai limiti che la tecnica aveva nel 2005 ed evidentemente oggi non ha più, sono state superate alla grande dal nuovo US Navy Refractive Surgery Program: 
citando la fonte "L’intervento consente di dare la vista d’aquila o da predatore notturno, permettendo di vedere una mosca a 9 metri di distanza, invece di 6 metri a cui la vedrebbe una persona normale con 10/10."  
Quindi in buona sostanza un passo deciso nella direzione del cyborg, cioè dell'essere umano potenziato. E' evidente l'utilità in battaglia di poteri sovrumani, che molto probabilmente gli avversari non possiedono. E' tanto evidente che la storia umana ci tramanda il ricordo lontano dei Berseker. Oppure il ricordo vicino dei soldati del furher. Come rammenta un chimico dell'epoca 
'The idea was to turn ordinary soldiers, sailors and airmen into automatons capable of superhuman performance - l'idea era quella di trasformare soldati, marinai, aviatori in automi capaci di performance superumane"

Mi direte che se pure lo scopo è il medesimo, ovvero poteri ulteriori alle capacità umane in battaglia, i metodi son diversi. Non riti stregonici, non l'uso di potenti droghe, ma tecnologia medicale un pò adattata. 
Certo... eppure, pensateci bene. 
Perchè vediamo 10 decimi, massimo 11 e non di più? 
Perchè non abbiamo la vista dell'aquila? 
Come mai madre natura non è arrivata da sè a ciò?
Sicuramente perchè facciamo (o facevamo) parte di un ecosistema in cui i pezzi del puzzle si completavano a vicenda. Ma soprattutto perchè l'uomo è adatto alla vita che lo aspetta, al cibo che gli necessita, ai rapporti umani che avrà, alla capacità di controllo del territorio che gli serve, al sesso che farà... 
Per questo, di tutto lo spettro possibile la vista copre dal rosso al violetto e non di più.
Per questo di tutto l'udibile l'orecchio ode dai 20HZ ai 20KHZ e non di più.
Perchè non di più? Perchè in base alla nostra conformazione ed a quello che ci attende altro sarebbe inutile, anzi spesso dannoso. 
Immaginate quanti infiniti colori ancora esistono... ma magari il nostro cervello non saprebbe processarli degnamente.
Immaginate di udire tutte le frequenze più alte e più basse, ultrasoniche. Probabilmente non dormiremmo più o sobbalzeremmo allo strofinio delle zampette di una mosca.
A proposito di mosche... ma siamo sicuri che noi vorremmo sempre avere la vista di un'aquila? Scorgere tutto il brulicare della vita intorno a noi ben oltre la sfera d'azione che ci compete... che so lo scarafaggio nella cucina del palazzo di fronte? Non ci basta il nostro? Non potrebbe disturbarci incessantemente?
Non sarà che questi superpoteri, ormai integrati permanentemente nella fisiologia dei soggetti, possano rendere le loro vite di cyborg abbozzati meno belle, serene, felici di quelle dei loro vicini di casa normali?
Non ci resta che attendere per saperlo: come molte altre tecnologie sviluppate nel warfare, tracimeranno presto in altri campi. Perchè non nel golf, nel tiro al piattello, nella guida di veicoli o per puro gusto di esser "super" come Silver Surfer?
E non solo... se in 7 anni siamo passati dall'arrivare al massimo a 12 diottrie al poterne avere 15, chissà quante ne potremo ottenere nel 2020...
Quel che mi premeva notare è come certi desideri non muoiano mai e seguano l'uomo nelle sue altezze e bassezze, secondo andamenti costanti. 
Invece di dare gratuitamente i 10 decimi naturali, garantiti dall'evoluzione, a chi non ha la fortuna di averli, ci ingegniamo a fornirne 15 innaturali a chi se ne servirà per uccidere i suoi simili. O ad evitare di essere ucciso. 
Nihil novi sub solis...

9 commenti:

  1. Non è una novità che ricerca scientifica e avanzamento tecnologico siano storicamente associati alla guerra: biotecnologie, ingegneria genetica, neuroingegneria, nanotecnologie una parte consistente della ricerca è svolta per fini militari e successivamente ha applicazioni civili. Non staremmo qui su internet o forse ci saremmo arrivati ugualmente ma molto più tardi senza la ricerca a fini militari. Venendo ai nostri giorni, e parlando di supersoldati ... il professor Culurciello, un'altra mente italiana in terra straniera, sta ultimando una ricerca il cui obiettivo è produrre un sensore che sarà in grado di rilevare le onde cerebrali che corrispondono a differenti tipi di movimento, quindi per programmare dispositivi protesici che risponderanno e produrre l'azione desiderata. Il finanziamento? Militare ovviamente. Ma guardiamo alle applicazioni civili: potrebbero permettere alle vittime di paralisi di tornare a muoversi. Un altro esempio? Un progetto DARPA studia il modo di creare sistemi che possano trasferire messaggi, immagini e suoni, fra cervelli umani e macchine. In prospettiva i militari potranno ricevere comandi tramite elettrodi impiantati nel cervello. Sconvolgente lo so. Ma nella pratica questo si tradurrebbe anche in sistemi che possono essere applicati alla costruzione di membra artificiali per persone con importanti menomazioni fisiche.

    Il problema nasce sempre dall’uso delle tecnologie e non dalle tecnologie in quanto tali. La tecnologia non è buona o cattiva, sono le sue applicazioni ad esserlo. Allora il problema che si pone è di base: perché si finanziano così tanto le ricerche a fini militari e non altrettanto la ricerca pura? Ora credo che la risposta la sappiamo tutti….

    Nel mio mondo ideale le guerre non ci sono, i finanziamenti militari sono zero, i soldi vengono investiti per la ricerca medica pura, quella che serve a salvare vite non distruggerle ma il mio mondo ideale non è questo. Allora, forse ingenuamente, cerco semplicemente di guardare oltre le implicazioni militari, oltre quello che stai guardando tu, e penso che nel tentare di dare quindici decimi a dei super soldati i ricercatori troveranno anche il modo di curare malattie degenerative della vista o altro. E’ così irreale pensarlo ?


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    1. mi ricollego agli esempi sopra del DARPA
      http://www.ilpost.it/2012/02/19/il-dilemma-dei-supersoldati/
      Sul progetto Avatar, “Pace Eterna” di J. Haldeman.
      E poi leggetevi, che è ancora meglio, “Guerra Eterna”.

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    2. Pace eterna e guerra eterna, eh... bene, approfondirò, grazie!

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  2. Bambina è giusto pensarlo di fatto avviene. Il dilemma a monte è etico: creare super-soldati significa giocare a fare Dio? ma in questo caso assumere sostanze dopanti per migliorare le prestazioni fisiche di un militare, non è forse uguale a farlo nell’ambito dello sport?

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  3. Verissimo.
    C'è un bel film con David Duchovny, di quando si era giovincelli, che si chiama appunto "playing God". Il protagonista è un medico che si dopa per superarsi all'infinito e la trama è zeppa di colpi di scena, al confine tra hard boiled anni'30 e film di mafia: secondo me è utile ad affrontare la questione in modo creativo :)
    La domanda posta da bambina riceverà risposta solo dalla Storia, temo.
    Di certo ho a volte la sensazione che l'uomo contemporaneo sia come un ragazzino alla guida di una McLaren...

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  4. Capisco quel che vuoi dire con "Perchè non abbiamo la vista dell'aquila?
    Come mai madre natura non è arrivata da sè a ciò?" è verissimo e giusto in linea di principio, ma la stessa cosa si potrebbe dire delle cheetah di Pistorius, per fare un esempio noto. Anche in quel caso non c'è mica arrivata madre natura. Se limitiamo le immense possibilità della scienza a ciò che madre natura avrebbe o non avrebbe previsto limitiamo praticamente tutta la ricerca medica.... no? I limiti della ricerca dovrebbero essere non nelle sue potenzialità ma nelle sue applicazioni.
    E speriamo che la risposta della Storia sia positiva ....:-)

    PS ho fatto un commento senza essere flagellata yeeeeeeeeeeeeeeee

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  5. TE LO AUGURO PURE IO BAMBINA MA SECONDO TE QUINDI NN BISOGNA METTER PALETTI ALLA SCIENZA?
    BISOGNA LASCIARLA LIBERA O TENERNE SOTTO CONTROLLO LE APPLICAZIONI??

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    1. Non so se la domanda è per me o per gli autori, comunque è un discorso lungo e complicato quello dei paletti alla scienza, già la parola paletti non mi piace. Se avessimo messo paletti saremmo ancora alla preistoria, l'uomo per sua natura tende verso un progresso inarrestabile, tende al miglioramento, a dare spiegazione a ciò che non comprende, è una pulsione continua in avanti. Tra pochi anni è vero che avremo eserciti di supersoldati, ma alla fine quando ogni Stato li avrà, si tornerà punto e a capo e si studierà qualcos'altro. Quindi o aboliamo guerre ed eserciti e sarebbe una splendida utopia o concretamente come si può impedire lo sviluppo di nuove "armi" siano una super vista o altro?

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  6. Quella che per i militari americani si chiama ultravista per il resto del mondo si chiama ipermetropia e causa stanchezza oculare, visione sfocata da vicino e mal di testa. C'è chi porta le lenti per correggerla e anche chi ricorre all'intervento laser. Che si sia trovato il modo di potenziare la vista evitando i fastidi dovuti all'ipermetropia non lo si può escludere, ma personalmente non lo ritengo probabile... Il 98,2% dei soldati che si dichiara soddisfatto potrebbe cambiare idea tra qualche anno, dato che con l'avanzare dell'età gli occhi faticano di più a compensare il difetto. E il restante 1,8% forse si è già reso conto che la vista d'aquila comporta qualche svantaggio :)

    A.F.

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