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lunedì 30 luglio 2012

Siria: da qui in poi scordiamoci l'ONU

La Libia fa scuola anche a Damasco

Giorni fa speravo di trovare il tempo di approfondire qualche aspetto della questione siriana, dal punto di vista che più mi interessa per le conseguenze immediate e future. In Italia sembriamo interessarci poco a tali cose, con qualche interessante eccezione che suggerirei di consultare (da Bloglobal  al Foglio).
Simbolo del Baath siriano
La Siria è da sempre una nazione di grande rilevanza nella storia del mondo. I primi Vangeli furono scritti tra Aleppo e Antiochia, l'Ismaelismo (e per favore, non crediate che sia storia ammuffita... il nonno dell'attuale Aga Khan ismaelita fu uno degli ideatori della Società delle nazioni, progenitrice dell'ONU, nonchè presidente dell'assemblea generale) ebbe là una delle sue culle più rilevanti, l'impero Ottomano trasse da quei territori una parte importante dei suoi alti funzionari... nazione cristiana, sunnita, ismaelita, sciita, drusa, maronita, esoterica, nazista, alawita.
Il porto di Tartus nella mappa siriana
E poi finanziatrice di Hezbollah, sorellastra del baathismo iracheno, depositaria di parte del'arsenale chimico di Saddam, che li fu spostato. Amica della Russia, che appena 2 giorni fa riaffermava l'intenzione di mantenere la propria base nell'alawita Tartus, anche nell'eventualità di una guerra contro l'Iran. E storica alleata dei Francesi, sobillatrice anti-saudita... chi più ne ha più ne metta, non è facile intervenire in Siria. Persino adesso sono appena sufficienti gli sforzi congiunti turchi, sauditi, qatarioti, americani.
Molto meno agevole che metter mano al pur ingestibile Afghanistan (e relativo Pashtunistan) od alla desertica e riottosa Libia, che troppo si fidava della pochezza italica per contenere gli appetiti generati dalle sue risorse energetiche e dai ricchi appalti, permessi dai proventi petroliferi (Quel che invece manca in Siria ed è l'altra grande concausa del non intervento). Troppi interessi, troppi legami, troppo difficile controllare la Siria: dai tempi dei crociati, che non a caso lì costruirono il "Crac des Chevaliers". ... Ma tutti questi non sono i soli motivi nè i più rilevanti, a mio giudizio, per cui l'intervento internazionale, aereo o peggio se di terra, non è sinora avvenuto sotto egida dell'ONU e non avverrà nemmeno in futuro.
Crac des chevaliers, dell'ordine gerosolimitano
Si badi bene, a parità di condizioni umanitarie con le note vicende libiche, distanti pochi mesi, che invece videro il massiccio intervento NATO-ONU che ricordiamo... e non a caso insisto su questo paese, di recente "liberato" (da sè medesimo):  ho ragione di ritenere che proprio gli accadimenti che fecero seguito alla risoluzione 1973, riguardante la Libia e la protezione dei suoi civili, siano la chiave per poter affermare che l'Organizzazione delle Nazioni Unite ben difficilmente troverà più al suo interno l'accordo indispensabile, fatto di rinunce, compromessi e bilanciamento di interessi contrapposti, giochi e doppiogiochi, che ha consentito in passato una serie di interventi "armati". Sia pure per motivi umanitari o di stabilità d'area.
A mio giudizio, il caso siriano è il primo di una serie di accadimenti che dimostreranno la concretezza di questa inquietante previsione.