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Il senatore Giuseppe Valentino, mister art.3 |
In questi giorni si affronta in parlamento un tema cruciale per la vita del paese e le sue residue speranze di vita civile moderna: la diffamazione come grimaldello, i tribunali come censura.
Il ruolo chiave del senatore Giuseppe Valentino, penalista calabrese, autore dell'articolo 3 (blog, libri...) della proposta di legge uscita dalla commissione giustizia. Tutto su OpenParlamento.
Come in molte altre occasioni, una legge viene predisposta al mero scopo di introdurre alterazioni degli equilibri e delle libertà esistenti sotto mentite spoglie.
E' del tutto evidente che la vicenda di Sallusti, al di là del merito, apre un capitolo increscioso sulla libertà di stampa e di opinione in un paese già molto poco liberale.
Essa rappresenta un salto di qualità non indifferente. La condanna al carcere del direttore del giornale, infatti, ha aperto la strada sull'onda dell'emotività ad un progetto di lunga data.
Il suo scopo è la sottrazione di spazi di libertà imprevisti sino a 10 anni fa: la possibilità per il singolo di divenire direttamente oggetto e soprattutto soggetto di informazione e di opinione, in modo autonomo, e di veicolarla direttamente a miliardi di utenti potenziali ha scardinato il senso di un sistema fondato sui media tradizionali, decisamente intermediati e finanziati dal potere costituito.
Che senso ha, in un mondo in cui Alessandro Marescotti può inviare in tempo reale i risultati scientifici sull'inquinamento a Taranto a migliaia di persone, rovinando così una politica di gestione ministeriale della vicenda ILVA, tutta fatta di segretezza e piccoli giochi di sala stampa, che senso ha, ripeto, controllare da cima a fondo tutta la RAI?
Che senso ha più per un sindaco utilizzare il peso del potere alfine di ottenere trattamenti di favore dai media locali quando un bambino di 12 anni può postare le foto delle voragini stradali o del mafiosetto dipendente comunale "nominato" che fuma sigarette invece che lavorare?
Che senso ha sedare, sopire, distogliere se poi il prefetto di Napoli viene colto dal più banale dei telefonini con le mani nel sacco della retorica e del protocollo?
Nessuno. O molto poco.
Una successione di tentativi, prima di equiparazione dei blog e siti alle testate giornalistiche, sconfessati da una sentenza di Cassazione molto precisa, oggi di richieste di danni e di esercizio immediato delle proprie ragioni (sotto forma di rimozione immediata del non gradito, non importa se vero o meno, oltre a multe e sanzioni), vogliono evidentemente rimuovere questo spazio di libertà, alla faccia della fondazione Arhef di cui abbiamo appena parlato, del Corriere della Sera che chiede ai lettori il controllo euristico sul narrato, della new economy in generale.
Ma soprattutto delle seguenti fonti di diritto universale e nazionale:
Ma soprattutto delle seguenti fonti di diritto universale e nazionale: