lunedì 13 agosto 2012

I perchè non detti della crisi ILVA: colpo d'occhio sull'odierna tecnologia

 trattamento metalli grezzi alla Hyundai steel
Unità produttiva del videogame Starcraft










 Il sito di France Metallurgie, fornisce una mole notevolissima di informazioni per comprendere il mondo della metallurgia e quindi dell'acciaio. Ai fini di indentificarne condizioni e tendenze. Si evince come oggi l'acciaio sia ancora una risorsa strategica di assoluta importanza, ma che la possibilità di promuoverne la produzione dipenda dalla ricerca e dalla continua miglioria dell'esistente. Tutto sommato le vere molle dell'economia moderna. Tradotto dall'inglese del sito, si legge ad esempio che la Hyundai motors (automobili)...
Area a caldo ILVA
[...] sulla base di legami con Hyundai Steel Co, intende più che raddoppiare la percentuale di acciaio ad alta resistenza utilizzato nei suoi veicoli entro il 2015. La casa automobilistica cerca dei consumi di carburante e minor peso in tutta la sua linea di produzione. Utilizzando forme avanzate di metallo che raggiungono o superano altre leghe acciaiere dei coreani e giapponesi in termini di costi e prestazioni, Hyundai Motor "punta ad aumentare il rapporto di acciaio ad alta resistenza nei veicoli dal 18 per cento al 50 per cento", ha detto Cho Won-suk, pensionato executive vice president della ricerca a Incheon, Corea-based Hyundai Steel. La casa automobilistica conta 300 metallurgici e ricercatori di acciaio in Hyundai Steel, per creare leghe leggere ad alta resistenza su misura per i suoi modelli. "Hyundai Motor ha grande ambizione per ridurre il peso fisico delle auto", Cho ha detto in un'intervista la settimana scorsa. "Il design basato sull'alleggerimento sarà uno dei fattori più importanti per incrementare il risparmio di carburante". Norme intese a ridurre le emissioni di carbonio legate al cambiamento climatico, con oscillazioni del prezzo del petrolio, stanno spingendo le maison automobilistiche a sviluppare motori più efficienti e telai più leggeri.
Russia sovietica, acciaio 1935
A questo proposito non posso esimermi dal fare un raffronto per via di immagini, che non ha sufficientemente di tecnico, invero.
Ma l'impatto visivo è impressionante. 
ILVA, Italia, oggi
Le immagini che presentiamo dovrebbero riguardare medesime aree produttive, nei due stabilimenti: quello coreano di Dangjin, South Chungcheong Province, e quello di italiano di Taranto, Puglia.
Il primo sembra uscito dall'immaginazione grafica di autori di video games di strategia in tempo reale.
Il secondo dalle foto in bianco e nero di stabilimenti industriali da Unione sovietica in pieno balzo industriale. 
Ancora ILVA, somiglianze...
Parrebbe infine che, in base a delle attendibili indiscrezioni provenienti dal mondo del lavoro ILVA, al momento del passaggio di proprietà dal pubblico al privato fu presa la decisione di chiudere il centro ricerche tecnologiche dello stabilimento, in quanto costo inutile o non immediatamente lucrativo. La FIAT del resto sembra ben lungi, da decenni, dal creare team in cooperazione col siderurgico nostrano, ai fini di rilanciare la palla nel business a 4 ruote grazie a materiali innovativi.
Oppure lo fa oggi negli States, chissà. 
Giudicate voi stessi quanto dell'oggi dipenda da ieri, come non facciamo che ripetere da tempo, post dopo post. E se ne ricordi anche il trittico di ministri inviati da Monti.


15 commenti:

  1. piccole precisazioni ricavate anche dalle informazioni sul sito aziendale:
    1 Hyundai è nuovissima (2010) e ancora in fase di costruzione (III altoforno previsto per sett. 2013);
    2 non si capisce bene quale sia la quota da ciclo integrale, comunque a stima direi che la capacità produttiva è grosso modo la metà di Taranto
    3 dalle foto aeree si vede che hanno costruito in pochissimi anni (5) strappando qualche km quadrato al mare; riuscite a immaginarvi una cosa del genere in Italia? (per un secondo parere provate a chiedere a British Gas)
    4 esistono anche tecnologie di produzione più avanzate, ma per il momento economicamente inattuabili nella maggior parte dei paesi produttori
    5 su quanto fatto da Hyundai serebbe bello disporre di dati di diverse fonti, ma non sono riuscito a trovarne
    6 paragonare la Taranto di oggi alla Russia pre bellica sulla base di una fotografia mi sembra leggermente demagogico; chi ne ha voglia può agevolmente controllare come si produce l'acciaio nei paesi avanzati e farsi la propria opinione sulla base dei numeri

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    1. 6 - perfettamente d'accordo, sono il primo a sottolinearlo, il confronto "non ha sufficientemente di tecnico, invero. Ma l'impatto visivo è impressionante".
      Ed ancora più impressionante sarebbe se trovassimo il tempo, che non abbiamo, di fotografare una struttura che è nei miei occhi ma di cui non ho immagine. Replica precisa, almeno nelle forme, di quel trittico di enormi tubi che si vede nell'immagine russa.
      In altri post ho segnalato le cifre sul mercato dell'acciaio, passato di mano nell'ultimo quinquennio e oggi in notevole calo.
      Uno è questo:

      http://corporeuscorpora.blogspot.it/2012/07/dopo-berlino-cadra-anche-il-muro-di.html

      In economia esistono concetti quali marginalità ed extramarginalità... ILVA crediamo tenda ora alla seconda.
      Infine, lo scopo del pezzo non era quello di stabilire identità tra siderurgia russa del '30 e italiana del '60, ma piuttosto suggerire che tematiche molto importanti, quali tecnologia ed economia, sono completamente sottratte al dibattito pubblico sui media, in favore di teatrini ministeriali e processuali.

      Nel caso, come probabile, tu sia un esperto di siderurgia, acciai, altiforni, ti preghiamo di venirci a trovare e aiutarci a trovare un bandolo della matassa, assai complessa.
      Ad esempio, si può "non spegnere" le zone produttive pur senza fare produzione? Una specie di stand-by? Oppure una cosa esclude l'altra?
      Senza l'opinione di un tecnico si finisce per parlar d'aria...
      Grazie per l'attenzione ed il puntuale intervento.

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    2. Forse ho trovato l'immagine che fa al caso nostro, quella cui accennavo nella risposta precedente. Proverò a pubblicarla. Non è chiarissima ma dovrebbe esser visibile.
      E lei magari mi dice se c'entra o meno.
      Grazie.

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    3. Ho aggiunto un'immagine, che è più o meno della "zona" cui alludevo nella precedente risposta.
      Non è granchè, ripresa com'è da una tv locale, ma credo renda l'idea della somiglianza.
      Una suggestione ascientifica che mi sentivo di proporre... come quella con Starcraft :)

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  2. Non sono un esperto, ho solo avuto occasione di frequentare l'ambiente.
    Direi che ci sono almeno 3 elementi propedeutici; in primo luogo questo: l'assoluto disprezzo della cultura tecnica e quindi l'impossibilità e il rifiuto a capire quello che succede nel mondo reale (vedi un qualsiasi TG).
    Il secondo problema è la fiducia: persone competenti ce ne sarebbero, ma non ci fidiamo (e indicativo mi sembra il ricorso del giudice a propri consulenti e non ad istituzioni super partes).
    Il terzo problema è la scarsa memoria del passato e quindi l'incapacità ad evitare la ripetizione degli errori ma anche a replicare le opportunità e le soluzioni che hanno funzionato.
    Tecnicamente si può fare quasi tutto, ma bisogna essere in grado di valutare le conseguenze e assumersi la responsabilità delle decisioni. Cioè, valutate tecnicamente le opzioni, qualcuno (delegato a farlo) deve decidere. Se non ricordo male è il compito della politica (in senso alto) prima dell'avvento della concertazione ovvero della deresponsabilizzazione.

    Dimenticavo: bisogna aver voglia di farlo. Invece vedo un paese alla frutta, talmente impegnato nel muoia Sansone che l'unica speranza è che ci compri la Merkel (sebbene a prezzi di super saldo)

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    1. gli è che abbiamo raggiunto l'essenza della democrazia: il parere della casalinga di Voghera conta quanto il parere dell'esperto (se c'è).

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    2. La vera speranza dell'oligarchia clericale italiana, sempre più criminale e criminogena, è che si ripeta la guerra fredda con qualche piccola modifica.
      Ad esempio la Cina (che potrebbe essere interessata, almeno in parte, all'ILVA)
      che nei calcoli di quei signori potrebbe sostenere il nostro sistema economico, fondato sulle regalie di Stato. E sul debito pubblico, garantito dalla svendita del territorio e della sua posizione strategica.

      I pareri tecnici, soprattutto quelli espressi dalle istituzioni di cui nessuno ha, ovviamente, più fiducia in Italia, valgono come quelli delle casalinghe perchè sono stati spessissimo rilasciati con assoluta mancanza di onestà intellettuale e grande piaggeria (prezzolata) nei confronti dei potenti/paganti. ILVA è archetipica da questo punto di vista. E non solo.
      Quella che lei chiama, argutamente, essenza della democrazia è invece, ahimè, essenza della demagogia.

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    3. scusi, eh, ma piaggeria de che? Ma non sarà lo scrivere minchiate un tanto al chilo e vedere complotti ovunque che assimila il web al giornalismo prezzolato? Mi pare difficile invece sostenere la disonestà intellettuale di persone e di enti che fino a prova contraria non lo meritano proprio (CNR, ISS, Enea, Mario Negri, JRC, tanto per fare qualche nome). Almeno, una volta, in difesa della cultura classica si diceva che il latino aiuta a ragionare con la propria testa. Per il resto, come dicevo sopra.

      anonimo 1

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    4. Monsieur Anonimo,

      ero fuori. Son rientrato.
      Vediamo un pò... esordisco con un recentissimo intervento sul sito di una lettrice, che lavora nell'ambito della riqualificazione ambientale:

      Elena16 agosto 2012 23:58

      Abate di Theleme
      ho letto tutta la perizia. Semplicemente agghiacciante, stando alle analisi riportate dai tecnici dell'ARPA. Sconcertante è anche che nella vicenda vi sia coinvolto un istituto nostro. Fosse vero quel che si legge (sperooo tanto non sia vero!!) farebbe una ben meschina figura. Eppure sono considerati gente brava.

      Evito di infierire sul suo tentativo di chiudere entrambi gli occhi quando c'è da guardare all'Italia... lei parla dell'ENEA... ed io ci sono stato.
      Eh si. Quindi so come lavorano, per chi lavorano e quel che accade. Se insiste sul punto non potrò che risponderle, ma preferirei farlo con un pezzo dedicato.
      E che quel pezzo fosse scritto da una ricercatrice/scienziato di quel mirabile carrozzone statale. Sono già in trattativa, lei mi cade come il cacio sui maccheroni...
      Il Mario Negri è in crisi di liquidità da anni, fa fatica a pagare dipendenti e ricercatori e campa alla giornata ed a progetto.
      Anche lì, in particolare negli Abruzzi, misi becco. E non le dico e non le conto...
      Ma perchè poi lei mi fa parlare di queste cose...
      Avevo solo detto che nel decreto di sequestro da noi pubblicato c'è evidentemente traccia, con tanto di dichiarazioni rese da specialisti, di qualcosa che non va.
      Di grosso.
      E che le intercettazioni della magistratura parrebbero indicare delle continguità davvero spiacevoli.
      Se la cosa la fa soffrire, e la capiamo, lasci perdere.
      Faccia come il ministro Clini, che nemmeno ha ancora compreso di essere il ministro dell'ambiente e non dell'industria: apra il terzo occhio e chiuda gli altri due.
      Nel frattempo, come dice il mio amico Cato, cercheremo di ripetere il miracolo dei 30.000 operai in meno, persi da ILVA in 30 anni.
      Le assicuriamo che non li vedrà penzolare dagli alberi, come non accadde ai loro predecessori.
      Tra la vita ed il lavoro, essendo il secondo finalizzato alla prima e non viceversa, c'è poco da scegliere. E le garantisco che siamo a questo punto.
      P.s. Ma facciamo davvero ancora tutte queste auto, questi frigoriferi, questa edilizia? E nel caso non ne facessimo più tante, sarà mica perchè altri le fanno a meno e meglio? E lei come lo supera questo limite, con uno stabilimento vecchio 50 anni, una manodopera approssimativa ed una popolazione che muore ogni giorno di più??
      Cordialità.

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  3. Sulla disonestà intellettuale degli enti che cita,l'abate di Theleme risponderà come crede. Per canto mio non capisco l'argomento: CNR,ISS, Enea, Mario Negri e JNC hanno sostenuto che lo stabilimento può essere reso inoffensivo sul piano sanitario o ambientale ?

    Di cosa stiamo parlando, esattamente ?

    E invece i periti di parte del tribunale, quelli si, sono tacciabili di piaggeria ?

    Quanto al resto, il senso del post è chiaro: il mercato dell'acciaio si sta contraendo e lo stabilimento Ilva abbisogna di investimenti e tempo. Nel frattempo altre realtà sopravverranno e saranno più moderne e competitive.

    Per cui forse varrebbe la pena, invece di accanirsi, di provare ad immaginare altro.

    Come appunto insegnano altri luoghi ex siderurgici che, come dice lei, hanno saputo cogliere opportunità. Da Pittsburg all Ruhr.

    Cosa c'è di antiscientifico in questo ? Il fatto di essere partiti dal "colpo d'occhio" ?

    Lo stile dell'abate di Theleme è immaginifico ma non per questo antiscientifico. Del resto per quanto la sua formazione sia umanistica anche a lui non sfugge che il "colpo d'occhio" di cui nel titolo di questo post non è misura scientifica.

    Poi quanto a deresponsabilizzazione e consociazione sfonda una porta aperta.

    E se ci sono "soluzioni che hanno funzionato" che vorrebbe caldeggiare perché non lo fa ?
    L'abate l'aveva già invitata a far presente argomenti che a noi fossero sfuggiti.

    E io la sto invitando ora a chiarire il suo riferimento agli enti suddetti.

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    1. J R C, non JNC, o carissimo.
      E lei cosa ha provato a immaginare al posto dell'acciaio?
      Taranta e cultura?
      Turismo e informatica?
      Bonifica e sussidi?

      E poi perchè solo l'acciaio? E la cementeria? E la raffineria? E le fogne? E le discariche? E le decine/centinaia di piccole attività che proporzionalmente inquinano la loro parte?

      Casomai le fosse sfuggito la informo che siamo in recessione e la produzione industriale segna un bel -2,1% (anno) contro una media UE di -0,9%.
      Andiamo tutti a lavorare altrove o pensa che possiamo incrementare quei 3,5 milioni di dipendenti dello Stato?

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  4. visto che se la canta e se la suona, qualsiasi risposta sarebbe assolutamente inutile, come trovo inutile straparlare di metodo scientifico. Pittsburg(h) 'un c'entra nulla, direbbero gli antichi, e tantomeno la Ruhr (strano poi che tutti portino ad esempio Pittsburgh e nessuno Bethlehem, che sempre in Pennsylvania si trova).
    si tenga pure l'ultima parola.
    e auguri tanti.

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  5. Prendiamo umilmente atto che la Ruhr con la riconversione di siti siderurgici non centra nulla senza neanche andare a cercare dati. Ci basta la sua parola.

    Del resto siamo così antiscientifici dichiaratamente che possiamo permettercelo.

    Poi a noi piace chi se la suona e se la canta da solo, come sa.

    Torni presto a deliziarci coi suoi determinanti contributi

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