domenica 26 agosto 2012

Il cronoprogramma deciso dall'Azienda: importantissimi estratti dal "Corriere del Giorno"

In immagine la scannerizzazione di un articolo pubblicato il 24 Agosto dal Corriere del Giorno di Taranto. A che ci risulti, nessuno ha diffuso per intero, come qui, il cronoprogramma degli interventi deciso in concerto tra ILVA, Regione, ministeri.

Esso prevede un insieme di opere che l'azienda si impegna a realizzare, rivolte a migliorie e maggiori controlli.
Ahinoi, leggasi nel corso di anni e tutte cose già previste da tempo e mai realizzate: solo la minaccia di chiusura sic et nuc ha spinto azienda, ministeri, Regione a metterle su carta, che ormai non canta, ma al massimo incanta.
Leggete direttamente dall'articolo cosa si ripromettono di fare gli squalificatissimi concertatori:


Il corriere del Mezzogiorno ci informa inoltre della composizione della famosa commissione, presieduta da Carla Sepe, di cui parlarono i due ministri e Vendola a Taranto:
Il gruppo istruttore è formato da otto membri, il referente è Antonio Fardelli. La commissione può poi contare su un gruppo di supporto di 12 componenti, tra cui personale del ministero dell'Ambiente e del ministero dello Sviluppo economico, del Cnr, dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e del'Istituto superiore di sanità (Iss). È poi prevista una figura per mantenere i rapporti con la commissione Europea.
Ci consola la consapevolezza, però, che tutto ciò resta esterno al processo ed alle sue ragioni.
La minaccia alla vita ed alla salute rimane incombente e non possono trascorrere anni. Nè nuove misurazioni sono indispensabili, essendoci quelle di ARPA e procura.
A testimonianza di ciò riportiamo la dichiarazione del sostituto procuratore Sebastio:
  O si bloccano le emissioni o non possiamo escludere lo spegnimento. Lo ha scritto chiaramente anche il Riesame
Punto di contatto tra le due dimensioni, aziendale/amministrativa (cronoprogramma) e processuale (decisioni custodi), il solo monitoraggio di continuo, previsto in ambedue.

Un grazie al quotidiano tarantino per la base di conoscenza che, unico, ci offre.

3 commenti:

  1. Che tutto ciò resti estraneo al processo e che non sia conisderato dai custodi, non mi sentirei di darlo per certo.

    Ma a parte questo, leggo, alla fine della prima colonna, che era in previsione il rifacimento di alcuni altiforni.

    Immagino che per rifarli li si debba spegnere.

    Non è duqnue vero che lo spegnimento renderebbe impraticabile la riaccensione ?

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    1. No, infatti no. Come ci dice il nostro consulente dall'alto dei suoi terrazzi :)
      Tutto ciò è estraneo al processo in senso tecnico, per il momento. Verrà certamente inserito nelle memoria difensive degli avvocati ILVA. Ma per ora è così.
      E come dice Sebastio le immissioni inquinanti devono essere fermate adesso, non fra tre anni.
      Poi chi vivrà vedrà, gli interessi in gioco sono assai ed il metagiuridico è sempre dietro l'angolo...

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  2. Secondo me li hai trattati troppo bene :-) Il monitoraggio in continuo è obbligo di legge dl 1999, il Tribunale del Riesame ha ricordato che un accordo fra Ilva e pubbliche amministrazioni prevedeva il monitoraggio in continuo già nel 2003: l'Ilva non l'ha mai completato e ha continuato a stringere accordi con le amministrazioni pubbliche promettendo di diminuire le emissioni. Mavalà!

    Sono curiosa di sapere se questi accordi, protocolli d'intesa et similia comportavano soldi pubblici o agevolazioni di qualsivoglia tipo che l'Ilva ha incassato facendo marameo. E' una domanda da un milione di dollari, ma se sai rispondermi...

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