giovedì 30 agosto 2012

Su "la7" in questo momento si consuma l'ultimo atto della strage di legalità in Italia: il caso Napolitano

La forca italiana

L'Abate di Thélème si è rotto i cosiddetti del modo in cui si impicca la giustizia, la democrazia, la politica, l'informazione in questo paese degradato e degradante.

In futuro spiegazione terra terra del come e del perchè nulla di ciò che accade ha senso o diritto di essere. Secondo me.

 

 

Per quel che riguarda la Mafia e la sua vicenda storica di contiguità, 
gemellaggio o convivenza more uxorio con lo Stato ricordata di recentissimo da Claudio Martelli, cliccate qui.

Se invece volete avere la possibilità di trovare in un sol momento la distorsione di una funzione (e non di un potere), la sua veste più sorniona, riconoscibile e preoccupante, la più indecente commistione con la politica, in violazione assoluta dei principi del Montesquieu, ecco qui una foto interessante.


7 commenti:

  1. Giusto perchè da te citato (e perchè mi piace tanto), vale la pena rileggere alcuni passaggi: "Non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e da quello esecutivo. Se esso fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e sulla libertà dei cittadini sarebbe arbitrario,
    poiché il giudice sarebbe al tempo stesso legislatore. Se fosse unito con il potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore". E dopo avergli messo paletti ben precisi e invalicabili, aggiunge "In questo modo il potere giudiziario, così terribile tra gli uomini, non essendo legato né a una determinata condizione, né a una determinata professione, diviene, per così dire, invisibile e nullo", cosicché noi non avremo "continuamente dei giudici davanti agli occhi",
    e temeremo "la magistratura, non i magistrati".
    Montesquieu è morto e l'esprit de lois anche, e forse la separazione dei poteri era solo un'utopia....oggi il diritto si piega agli interessi di un potere falsamente rappresentativo e non temiamo la legge ma solo le distorsioni della magistratura e le degenerazioni di una democrazia che da tempo ha abdicato a se stessa.

    RispondiElimina
  2. Nella vicenda Napolitano occorre ragionare sulle basi oggettive delle norme e non delle opinioni. Nel Codice di procedura penale approvato nel 1988 non esistono norme sulla distruzione delle intercettazioni in questi casi. Quindi in che modo i magistrati avrebbero dovuto desumerle dall'art90 della Costituzione? Nessuna. il Presidente ha fatto bene a fare ricorso alla Consulta in quanto può emanare una sentenza addittiva per la quale si
    preveda il dovere di distruzione delle intercettazioni. I magistrati di Palermo potevano interpretare la legge in questo senso? Si tratta di una questione di competenza della Corte Costituzionale quindi decida la Corte, ma non si approfitti di questo per una nuova campagna scandalistica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando le norme si approssimano alla regolazione della fonte che legittimamente le costituisce, iniziano a portare evidenti i segni della loro generazione: ovvero quelli del potere. E della forza.
      Leggere Kelsen fa sempre bene. Anche se la frase è mia, ne compendia in questo caso quella parte di pensiero che qui interessa.
      Decida pure la Corte Costituzionale se il potere di un maresciallo vale quanto, o più, di quello del presidente della Repubblica. Se conti più la finta eguaglianza oppure la vera libertà.
      Ma basta nasconderci dietro ad un dito... L'abbiamo fatto per 60 anni, le conseguenze si vedono. E' tempo che ai causidici si sostituiscano, laddove ancora campino, i giuristi e gli statisti.
      Prossimamente un chiarimento su quanto qui enunciato.
      E nessuno scandalo, nemmeno se pensiamo a quel segreto istruttorio sempre e comunque violato dai preposti a difenderlo.

      Elimina
  3. Direi che il problema è più ampio del caso Napolitano, la questione è quella di ricreare una magistratura veramente terza. Gli ultimi vent'anni sono stati segnati dal crescente protagonismo di magistrati politicamente schierati e mediaticamente sovraesposti (anche se per fortuna magistrati che lavorano onestamente nell'ombra ce ne sono tanti). Lo stato della giustizia italiana condannata più volte dalla Corte di Strasburgo e in testa ai record mondiali di lentezza (un ben triste primato), è uno dei problemi che maggiormente hanno portato al declino del nostro paese e alla progressiva diminuzione degli investimenti esteri. La mancanza della certezza del diritto, la lentezza dei procedimenti, l'incertezza della pena ( meglio la certezza dell'impunità) sono un veleno che, sta uccidendo lentamente la fiducia nel nostro paese, allontanando i cittadini dallo Stato. L'unica pseudoriforma della giustizia che questo governo è stato in grado di produrre è stata la chiusura di alcuni tribunali, un pò poco per un sistema giudiziario che è evidentemente ormai strumentale alla politica e non più indipendente. In tutto questo si inseriscono ciclicamente vicende note, ultima di una lunga serie quella di Napolitano. Mi rendo conto che il tema è delicato, l'indipendenza della magistatura è una delle prerogative che distingue un sistema democratico da uno totalitario e quando si parla di questo inevitabilmente si entra in un campo minato. La magitratura non può essere al di sopra della legge, della Costituzione e dello Stato, e i giudici dovrebbero essere la "bocca della legge" e non usarla per condizionare la politica e la pubblica opinione. Partendo dalla necessità di riformare la giustizia si arriva al vero centro del problema: non abbiamo una classe politica che sia in grado di attuare una riforma così basilare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. http://www.corriere.it/cronache/12_settembre_10/pm-palermo-accoglienza-star-lucca_44d8ec96-fb08-11e1-9366-7e3ba757dba7.shtml

      Questo link è una buona guida per afferrare il corso, completamente errato, dei tempi. Eversione pura. Almeno per me.

      Elimina
    2. E' quello che ho detto....sovraesposizione mediatica....necessità di riformare questa magistratura che si è trasformata in un baraccone dove i pm si atteggiano a rock star consapevoli di essere al di sopra di ogni potere e dimenticando di NON poter essere al di sopra del diritto. Ma chi li riporta con i piedi per terra?

      Elimina

Nei commenti vogliamo argomenti. Non augurate la morte a nessuno, non inveite, state sul punto. Commenti che esprimono rabbia o grave disagio non saranno pubblicati