Amici lettori,
in precedenza ho usato l'ultimo tema proposto dall'Abate per proporre una mia riflessione: cos'è il giornalismo oggi ? Non solo per chi lo fa ma anche per chi ne usufruisce. Per chi lo fa per una grande testata o per chi lo fa da un piccolo blog.
Per non parlare del fatto che le grandi testate hanno l'affanno e i privati cittadini sono diventati reporter e analisti.
Lo so per alcuni il tema non è nuovo, anzi, già puzza un po'. Recentemente ci sono stati sul tema convegni, si sono espressi in pubblico i responsabili delle grandi testate, è fresca la notizia che alcuni grandi giornali fra cui il Guardian dismetteranno il quotidiano su carta perché non riesce più a stare nei costi.
Il tema che sta a cuore all'Abate in questi giorni è ampiamente presente su testate grandi e piccole, Gilioli sull'Espresso ha addirittura chiesto le dimissioni del prefetto di Napoli Andrea de Martino.
Ma l'Abate ha una urgenza specifica su questo tema. E così sia. L'originalità dell'affrontare il tema anche noi, su cui interrogavo i miei interlocutori, è proprio questa.
Perché le urgenze passano attraverso il monitor. Lo credo davvero, non è retorica. Probabilmente i suoi lettori non troveranno nelle altre trattazioni del tema quel che trovano nella sua. E non credo si tratti dei suoi argomenti giuridici, tutto sommato non sorprendenti.
Si tratta, secondo me, di un tratto personale, che ognuno ha e che fatalmente caratterizza ogni scritto.
Eppure, eppure, rimane un mio cruccio sul taglio personale dell'Abate.
Allora adesso voglio usare un tema che starebbe a cuore a me per estendere la mia trattazione di cosa sia il blogging e il giornalismo oggi.
Perché se i miei punti di riferimento culturale sul tema non hanno certo bisogno della mia trattazione, anzi il contrario, può esserci qualcuno che non è a parte del processo cognitivo che su questo tema sto seguendo. E probabilmente l'Abate non è il solo.
Ci sono cose che secondo l'Abate nessuno scrive.
Capisco cosa voglia dire. Ma oggi questo è sempre meno vero. Non lo è per tutti. Chi certe cose vuole leggere, le può trovare.
Questa è una delle conquiste della editoria digitale. La democratizzazione per chi scrive e per chi legge.
Il punto è che lo spazio bisogna andarselo a cercare.
Se non lo si fa per chissà quale ragione, non si può però pretendere che il mondo sia quello che fu.
Non lo è.
Facciamo alcuni esempi, con le immagini che seguono:
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lunedì 22 ottobre 2012
Die Zeitgeist
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giovedì 11 ottobre 2012
Ritorno al futuro: biciclette e condivisione
La Volkswagen ancora non va in bici, ma ci parla di demotorizzazione
Cari lettori,non ho scritto in questa sede per un po'. In alcuni post di qualche giorno fa (qui, qui e qui) ho visto quella che sento essere una caduta di stile per Corporeus Corpora.
Sebbene ritenga non conclusa la questione, ritengo anche di aver dato sufficienti indizi su come la pensi in merito.
Il lettore che dovesse domandarsi come possa io rimanere in una simile abbazia, mi sento di rassicurarlo. Quello dell'abate è stato un equivoco e nessuna intenzione discriminatoria era sottesa nelle sue parole.
Lo conosco personalmente e lo so per certo.
La sua delicatezza nell'affrontare simili questioni è pari a quella di un elefante in visita in una cristalleria colpito da un attacco di panico; ma si tratta pur sempre di una questione di stile e non di sostanza.
Per il momento penso di poter continuare a scrivere. Del resto, se il Dalai Lama ha ipotizzato l'inadeguatezza del pensiero religioso, io posso permettermi di collaborare con chi subisce qualche caduta di stile ogni tanto.
Mi riservo, naturalmente, di tornare sulla questione per cercare di definirla definitivamente, se mi concedete la pigrizia linguistica.
Ora, vorrei riprendere un altro argomento che pure avevo lasciato in sospeso. Quello dei sistemi di illuminazione per biciclette.
Ci porterà lontano, vedrete.
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